Franco Monaco (Settimana News) - Una volta depositate le emozioni e svanita l’eco mediatica suscitata dalla morte di papa Francesco e dalla elezione di Leone, sento il bisogno di confessare una preoccupazione.
La seguente: che, in buona o cattiva fede, si archivi la lezione di Francesco, il senso del suo pontificato, fraintendendolo, facendone una caricatura. Non solo da parte dei suoi critici o antipatizzanti. Di qui l’esigenza di fissarne alcuni tratti fugando alcuni equivoci al riguardo, dal mio modesto, personalissimo punto di vista.
Anche per confutare la “scuola di pensiero”, che già ha preso corpo, di chi esagera (auspicandola) la discontinuità/differenza incarnata dal suo successore. A dispetto, da un lato, dagli enunciati dello stesso Leone e, dall’altro, dalla cura di attendere di meglio conoscere le sue idee e i suoi propositi.
Con (pre)giudizi francamente intempestivi e prematuri. Diamo tempo al tempo. Ferma restando l’ovvia circostanza che ciascuno ha la propria personalità, il proprio carisma, il proprio stile e che pensare a un Francesco 2.0 sarebbe fuori luogo e persino grottesco. [CONTINUA]

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