29 maggio 2025

Addio al filosofo cattolico MacIntyre, teorico del comunitarismo


Simone Paliaga (Avvenire) - “Stiamo aspettando: non Godot, ma un altro San Benedetto, senza dubbio molto diverso”. Sono le parole, risalenti al 1981, che concludono Dopo la virtù (Armando editore), l’opera più celebre di Alasdair MacIntyre, il filosofo spentosi l'altro ieri all’età di 96 anni. Non si tratta di un testo accademico. È piuttosto una sassata lanciata nel lago. 

La filosofia morale e politica, recuperando la tradizione delle virtù fino ad allora (e ancora oggi) messa sotto traccia dall’esaltazione dei diritti proposta dalla tradizione liberal, con MacIntyre recupera le energie per tornare a pensare l’uomo e la vita di là dalle astrazioni. Dopo la virtù apre una pista di riflessione per costruire un progetto alternativo sia alla modernità razionalistico-empirista d’impronta illuminista sia alla deriva nichilistica-libertaria della postmodernità. Senza nostalgie per il passato, contro conservatorismi e pensieri nostalgici, MacIntyre aspira “alla costruzione di nuove forme di comunità entro cui la vita morale possa essere sostenuta, in modo che sia la civiltà sia la morale abbiano la possibilità di sopravvivere all’epoca incipiente di barbarie e di oscurità”. Il filosofo scozzese, nell’ultimo scampolo del secolo scorso e dopo la pubblicazione di questo testo, incontra una grande notorietà nel mondo anglosassone e in parte pure in Italia. Ma la radicalità delle sue posizioni, l’opposizione al liberalismo trionfante e la critica ai professionisti della filosofia portano a un suo progressivo isolamento benché sia stato capace di toccare il nervo scoperto del vivere insieme e di evidenziare [CONTINUA] nell’individualismo, nell’emotivismo e astrazione etica i tre eleemtni che impediscono la costruzione di una comunità e la pratica delle virtù.

Nato nel 1929 a Glasgow, Alasdair MacIntyre studia alle università di Londra, Manchester e Oxford per poi dedicarsi all’insegnamento in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Dotato di una chiarezza esemplare nello stile e di una strategia di pensiero iconoclasta dinanzi ai dogmi utilitaristi dell’epoca, passa dalla fase marxista degli anni verdi, culminata nei testi su Marcuse e in Marxismo e cristianesimo (Nova Europa), alla successiva tradizione aristotelico-tomista. 

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