Leonardo Lugaresi (Blog) - Com'era ovvio, vedo che impazzano già gli auspici e i pronostici per l'imminente conclave. D'altro canto, è vero che sarebbe rispettoso attendere la sepoltura del defunto, prima di parlare di chi prende l'eredità (a chi va la casa, chi prende l'auto, a chi toccano i ricordi di famiglia eccetera), ma cinque giorni, dal decesso alle esequie, sono tanti per la percezione del tempo spaventosamente contratta che abbiamo oggi e quindi bisogna essere comprensivi nei confronti della nostra labilissima e pressoché infantile psicologia.
Quello dei pronostici è un esercizio innocuo ma assolutamente futile. Un passatempo, a cui si può anche indulgere per qualche secondo, purché si resti consapevoli della sua inanità. Quanto agli auspici, sono di certo leciti, ma occorre tenere a mente l'aforisma di Oscar Wilde: “attento a ciò che desideri, perché potrebbe avverarsi”.
Invece quello che si deve assolutamente fare, con urgenza e con il massimo impegno è pregare e fare penitenza (ad esempio digiunare o fare altri sacrifici graditi a Dio). Che ce ne sia un gran bisogno, immagino sia evidente e quindi non sto a dire perché. Che poi la preghiera serva, è un punto essenziale della nostra fede. Multum valet deprecatio iusti assidua, dice la Lettera di Giacomo. Dunque facciamolo (anche se giusti non siamo).

Nessun commento:
Posta un commento
Il tuo commento