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27 marzo 2025

Recalcati sbaglia: l’odio di oggi non nasce dalla religione


Giovanni Maddalena (Tempi) - Lo psicoanalista e scrittore scrive su Repubblica che il clima di violenza politica attuale ha origine nella “esclusione” derivante dal Dio Uno, mentre il pensiero laico e democratico sarebbe aperto e pacifico. Ma dimentica l’ideologia. 

In un recente articolo su Repubblica Massimo Recalcati riconduce il problema del clima d’odio politico diffuso al fondamentalismo religioso e, infine, parrebbe, alla religione tout court. Il Dio Uno, argomenta Recalcati, conduce inevitabilmente all’esclusione e alla violenza perché l’unicità impedisce l’apertura all’altro, al secondo, al Due, che è invece appannaggio del pensiero aperto, laico e democratico. È un vecchio adagio della tradizione illuminista che Recalcati cala nella situazione presente. Tuttavia, è un pensiero che non tiene conto né della logica né della teologia né, soprattutto, dell’esperienza religiosa effettiva.

Logicamente, la vicenda della religione che è violenta perché chiusa nell’Uno, nella solitudine della sua credenza, non funziona. L’unicità è esclusiva per natura. Ma questo vuol dire proprio la creazione dell’altro, del Due, anche se in chiave di esclusione e di nemico. Quando si ama una sola persona, si escludono le altre, ma per escluderle devo considerarle. L’Uno non ha alterità e dunque non la può nemmeno odiare. L’Essere di Parmenide non è esclusivo perché è tutto. Invece, è proprio la dialettica del Due che crea la violenza. Uno dei due vince e l’altro viene sopraffatto, uno è incluso e l’altro è escluso. È la dinamica colta da tanti autori come Schelling, Florenskij, Peirce, Lévinas. Tutti costoro hanno spiegato che, per sfuggire alla violenza dell’Uno e del Due, occorre un principio triadico. Ci deve essere un Terzo perché ci sia giustizia. [CONTINUA]


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