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21 gennaio 2025

Koch: il Concilio di Nicea, dopo 1700 anni parla ancora alla fede di oggi


Kurt Koch (Vatican News) - In pieno Giubileo 2025 ‒ — Anno Santo indetto da Papa Francesco e inteso a ravvivare la speranza cristiana — ricorrerà anche il 1700° anniversario del primo Concilio ecumenico della storia della Chiesa, tenutosi a Nicea nel 325. Questo anniversario ha importanti dimensioni ecumeniche, ravvisabili già nel fatto che il Santo Padre ha espresso il desiderio di recarsi a Nicea per celebrare tale commemorazione insieme al Patriarca ecumenico, Bartolomeo i. Anche la Commissione “Fede e Costituzione” del Consiglio ecumenico delle Chiese si sta preparando a questa celebrazione.

Di rilevanza ecumenica sono innanzitutto le questioni dottrinali che affrontò il Concilio, riassunte nella “Dichiarazione dei 318 Padri”. Con essa i Padri professarono la loro fede in «un solo Dio, Padre onnipotente, creatore di tutte le cose visibili e invisibili. Ed in un solo Signore, Gesù Cristo, figlio di Dio, generato, unigenito, dal Padre, cioè dalla sostanza del Padre, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre, mediante il quale sono state fatte tutte le cose, sia quelle che sono in cielo, che quelle che sono sulla terra»

E nella lettera del Sinodo agli Egiziani, i Padri annunciarono che il primo vero oggetto di studio era il fatto che Ario e i suoi seguaci fossero nemici della fede e opposti alla legge, e affermarono pertanto di aver «deciso all’unanimità di condannare con anatema la sua dottrina contraria alla fede, le sue affermazioni e le sue descrizioni blasfeme, con le quali oltraggiava il Figlio di Dio». Queste affermazioni delineano il contesto del credo formulato dal Concilio che professa la fede in Gesù Cristo come Figlio di Dio, «consustanziale al Padre».  [CONTINUA]


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