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28 ottobre 2024

Il Papa alla Diocesi di Roma: "Chi aiuta i poveri non è un comunista!"


Antonella Palermo (Vatican News) - Il Papa a San Giovanni in Laterano incontra i fedeli della capitale per l'assemblea "Ricucire lo strappo, oltre le disuguaglianze". L'appello è a ritessere la rete solidale nella città lacerata da varie forme di povertà. La vicinanza agli ultimi "sia sentita come un'urgenza ecclesiale, impegno e responsabilità di tutti". Chi è vicino al povero non è comunista, aggiunge, e invoca più alleanze con le istituzioni mettendo al centro la dignità della persona, oltre i pregiudizi. 

Il Papa giunge con il suo ormai consueto anticipo nella basilica lateranense la quale lo accoglie gremita del Popolo di Dio, laici, giovani e meno giovani, sacerdoti, catechisti, famiglie, anche turisti. L’invocazione allo Spirito Santo seguito dall’introduzione dell’arciprete monsignor Baldo Reina, suo vicario per la Diocesi di Roma. “Fa’ di noi una cosa sola” è il ritornello della preghiera che risuona forte in un appuntamento, "Ricucire lo strappo oltre le disuguaglianze", che è insieme approdo di un lungo percorso realizzato nelle periferie ma è anche cominciamento di una fase nuova, l’auspicio di tutti, fase di uscita dalle inerzie per risanare i molteplici strappi del tessuto urbano. 

[...] Il tema dei poveri torna con grande centralità nelle parole preoccupate del vescovo di Roma. Poiché "sono la carne di Cristo" rispetto ai quali Gesù "non offre una soluzione magica". Qui racconta che quando confessa chiede sempre a chi si accosta al sacramento se c'è stata corenza tra l'atto di fare l'elemosina al povera e il guardare davvero le mani e le sofferenze del povero. Poi il Papa sottolinea che ciò che viene richiesto è semplicemente portare l'annuncio del Vangelo. "Il povero - afferma il Pontefice - non può essere un numero, un problema o ancor peggio uno scarto". Che il povero sia prezioso è spesso una convinzione teorica, osserva ancora il Papa, che però non si traduce in gesti concreti: "Tante volte, noi cristiani, diciamo questo a parole, e poi non facciamo i gesti che lo fanno credibile".  

Compiaciuto per l'impegno, spesso nascosto, di tanti che mettono in pratica la prossimità ai più vulnerabili, Francesco ricorda:

Dobbiamo sentire la questione della povertà come un’urgenza ecclesiale, che diventa impegno e responsabilità di tutti e sempre. E per favore, non diciamo che i cristiani, le suore, i preti che lavorano con i poveri sono dei comunisti. Per favore, fermiamo quello. Questo si dice ancora. [CONTINUA]

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