25 settembre 2024

Aldo Cazzullo e il grande libro della Bibbia: «Non so se sia stata scritta da Dio, ma è un formidabile romanzo»


Francesca Visentin (Corriere della Sera) - Il giornalista del Corriere della Sera mercoledì presenterà in Salaborsa a Bologna il suo ultimo libro «Il Dio dei nostri padri». «Nelle notti al capezzale di mio padre ho iniziato a rileggere la Bibbia, come tutte le grandi opere parla anche di noi»

«In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta, le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Non mi viene in mente un attacco altrettanto memorabile... anche l’incipit di Giulio Cesare è bruciante, ma non così... Nessun attacco vale quello della Bibbia. Non so se sia stata scritta davvero da Dio. Di sicuro è scritta da dio». 

Parole di Aldo Cazzullo, scrittore e giornalista del Corriere della Sera, all’inizio del suo nuovo libro Il Dio dei nostri padri. Il grande romanzo della Bibbia (HarperCollins, 329 pagine, 19,50 euro). Mercoledì 25 settembre l’autore presenta il volume a Bologna in Salaborsa, ore 18 per «La voce dei libri». Alla sera sarà invece a Parma alla rassegna «Correggio500» all’Abbazia San Giovanni (ore 21). Un viaggio dentro «quel grande romanzo» che è la Bibbia. Dalla creazione di Adamo e Eva, alla conquista della terra promessa, il Cantico dei Cantici, lo scrittore porta alle radici della cultura di famiglie, nonni e antenati «convinti di vivere sotto l’occhio di Dio». 

Un libro iniziato a scrivere al capezzale del padre, cattolico praticante. «Nei giorni e nelle notti passate a vegliare mio padre, la Bibbia è stata una compagna ideale... non mi ha riavvicinato alla fede, ma mi è apparsa come un capolavoro letterario». 

Aldo Cazzullo, perché un libro sulla Bibbia? 

«È una grande storia, un formidabile romanzo. È l’autobiografia di Dio. E al pari di ogni grande opera, parla anche di noi. Le pagine della Bibbia sono l’origine della nostra cultura, le radici dell’identità italiana, cristiana, occidentale». 

Dalla sua rilettura della Bibbia, emergono pagine punitive o consolatorie? 

«Ci sono pagine terribili, Dio ordina anche massacri. Ma sono tante le pagine consolatorie, che danno speranza e rivelano un Dio misericordioso, come quelle sulla resurrezione. La Bibbia è un racconto estremamente complesso e ricco». 

Che ruolo hanno le donne nella Bibbia? 

«Sono protagoniste, c’è sempre una donna che arriva a salvare il popolo di Israele o a dare un esempio di speranza. Giuditta che decapita il condottiero nemico, Ester che salva il popolo dallo sterminio, la dolce Rut, Susanna che fa condannare i suoi molestatori, Giaele discendente dal suocero di Mosè che uccide Sisara, il nemico degli ebrei con un picchetto conficcato nella tempia». 

Si parla del popolo di Israele nella Bibbia: spunti di riflessione per leggere l’attuale conflitto nella Striscia di Gaza? 

«Le radici del conflitto di oggi a Gaza sono nella Bibbia. È un odio secolare, millenario, una guerra che non finisce mai». 


Come è cambiato negli anni l’approccio alla «parola di Dio»? 

«Quella dei nostri nonni è stata l’ultima generazione convinta di vivere sotto l’occhio di Dio. E di dovere rispondere a Dio delle proprie azioni. Quella di noi cinquantenni è la prima generazione di agnostici. Poi sono venute generazioni che non si sono proprio poste il problema. Anche per questo oggi non si legge più la Bibbia. Io stesso ne avevo una memoria lontana, legata alle letture d’infanzia e alla passione per la pittura, perché la Bibbia ha ispirato i più grandi artisti che l’umanità abbia avuto, dai mosaicisti di San Marco e Guttuso, da Giotto a Chagall, fino a Raffaello e Michelangelo». 

Ha narrato la Divina Commedia, l’Impero Romano, ora la Bibbia, cos’hanno in comune? 

«Hanno in comune la ricerca dell’identità, che c’è in tutti i miei libri. Le nostre radici sono nella Bibbia, che non è solo fondamenta della nostra fede, ma è l’origine della nostra cultura».



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