Andrea Gagliarducci (Korazym) - Monsignor Alberto Perlasca, indagato divenuto testimone dell’accusa nel recente maxi-processo in Vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, è nuovamente Promotore di giustizia aggiunto (cioè pubblico ministero) del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. La Santa Sede deve ancora confermare la notizia, apparsa inizialmente come indiscrezione sul sito di gossip italiano Dagospia. I giornalisti, però, hanno confermato la notizia e la Santa Sede non ha detto nulla per smentirla.
Se controlli l’Annuario Pontificio – il Who’s who? Della Santa Sede – nell’indice compare il nome di Perlasca. Di lui non c’è però alcun riferimento in nessuna pagina o posizione. Considerato che l’Annuario Pontificio è stato chiuso il 31 dicembre 2023, è evidente che la decisione di reintegrarlo è arrivata più tardi, cioè nel 2024.
Per non dirla troppo: a chi importa?
Ebbene, Perlasca fu prima indagato e poi divenne supertestimone nel processo vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, che vide coinvolto, tra gli altri, il Cardinale Angelo Becciu. Non era sotto processo, né era stato condannato, ma era stato sospeso; era addirittura tornato nella sua diocesi d’origine prima di vivere nuovamente in Vaticano, nella Domus Sanctae Marthae, dove vive anche Papa Francesco.
La testimonianza di Perlasca fu la chiave delle accuse nel processo. Questo è importante, perché si è scoperto che la testimonianza di Perlasca era in qualche modo guidata dalla sua amica, Genoveffa Ciferri, consulente italiano per la sicurezza (e francescano laico) che è amica di Perlasca da molti anni. Ciferri, a sua volta, ha ricevuto consigli da un “alto magistrato”, che poi si è rivelata essere Francesca Immacolata Chaouqui (figura di VatiLeaks 2).
Durante il processo, Perlasca rese delle testimonianze contraddittorie. Tanto che alcune delle sue dichiarazioni furono addirittura considerate spergiuro. Nel corso delle indagini è stato interrogato con modalità considerate da molti poco ortodosse. Non è chiaro come le sue dichiarazioni avrebbero potuto essere considerate credibili. [CONTINUA]
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