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08 aprile 2024

Sfruttamento, soldi, vittime: il "libro nero" della maternità surrogata


Antonella Mariani (Avvenire) - Si è conclusa sabato pomeriggio, con il discorso del coordinatore Bernard Garcia, la Conferenza internazionale per l’abolizione universale della surrogazione di maternità. A Roma, nella sede dell’Università Lumsa, per due giorni si sono ritrovate decine di esperti e attivisti di tutti i continenti: ciascuno ha portato dati, testimonianze ed esperienze per far luce su una pratica che ha complesse implicazioni economiche, psicologiche e legislative. Al centro del dibattito la Dichiarazione di Casablanca, un documento siglato un anno fa nella città marocchina da 100 esperti di 75 nazionalità, in cui si mette nero su bianco che la Gravidanza per altri (Gpa) viola la dignità umana e contribuisce alla mercificazione delle donne e dei bambini e se ne chiede la proibizione da parte dei singoli Stati, così come la non trascrizione automatica degli atti di nascita formati all’estero, fatta salva la massima tutela per i bambini nati. 

L’obiettivo finale del gruppo di pressione è però arrivare all’abolizione globale della Gpa. All’apertura dell'incontro di Roma ha destato commozione la testimonianza della portavoce della Dichiarazione di Casablanca, Olivia Maurel, che ha raccontato la sua vicenda di figlia della surrogata inseguita dai fantasmi di un segreto di famiglia e segnata dalla malattia della madre biologica.

Si chiamavano Lydia, Brooke, Crystal, Michelle: giovani donne morte in California negli ultimi anni mentre portavano in grembo un figlio commissionato da altri oppure al momento del parto. Le cause: embolia del liquido amniotico, complicazioni durante una gravidanza gemellare. Ma non sono le sole. Esaminando le richieste online di raccolta fondi per sostenere orfani di donne morte durante la gestazione, dietro le numerose e anonime “Jane Doe” si possono intuire storie di maternità surrogata andate male. [CONTINUA]

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