15 marzo 2024

Il ruolo dei movimenti ecclesiali nella missione della Chiesa


Gianfranco Svidercoschi (Interris) - In un incontro dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, papa Francesco ha esortato i partecipanti con sollecitudine paterna: “Ricordate sempre che costruire il futuro non significa uscire dall’oggi che viviamo! Al contrario, il futuro va preparato qui e ora, ‘in cucina’, imparando ad ascoltare e discernere il tempo presente con onestà e coraggio e con la disponibilità a un costante incontro con il Signore, a una costante conversione personale”. Altrimenti, ha aggiunto, si corre il rischio di vivere in un “mondo parallelo”, distillato, lontano dalle sfide reali della società, della cultura e “di tutte quelle persone che vivono accanto a voi e che attendono la vostra testimonianza cristiana”. Infatti, appartenere a un’associazione, a un movimento o una comunità, “soprattutto se fanno riferimento a un carisma, non deve rinchiuderci in una “botte di ferro”, farci sentire al sicuro, come se non ci fosse bisogno di alcuna risposta alle sfide e ai cambiamenti. Tutti noi cristiani siamo sempre in cammino, sempre in conversione, sempre in discernimento”.

Anche Giovanni Paolo II non smise mai di sollecitare “una più matura autocoscienza” dei movimenti ecclesiali. Nella sua visione essi rappresentano “uno dei frutti più significativi di quella primavera della Chiesa già preannunciata dal Concilio Vaticano II, ma purtroppo non di rado ostacolata dal dilagante processo di secolarizzazione”. La loro presenza, secondo Karol Wojtyla, è “incoraggiante” perché mostra che questa primavera avanza, manifestando “la freschezza dell’esperienza cristiana fondata sull’incontro personale con Cristo”. A giudizio di Giovanni Paolo II, nella diversità delle forme, i movimenti si caratterizzano per “la comune consapevolezza della novità che la grazia battesimale porta nella vita, per il singolare anelito ad approfondire il mistero della comunione con Cristo e con i fratelli, per la salda fedeltà al patrimonio della fede trasmesso dal flusso vivo della Tradizione”. [CONTINUA]

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