Info

04 marzo 2024

C'era la disinformatia sovietica dietro la leggenda nera di Pio XII, cappellano di Hitler


Maria Antonietta Calabrò (Huffington Post) - Nel 1960 il segretario del Pcus Nikita Kruscev approvò un piano per distruggere la credibilità morale del Vaticano in Europa occidentale, visto che era su posizioni saldamente anticomuniste e antisovietiche. L’idea venne a due alti gradi dell’allora Kgb, che coniarono lo slogan: “I morti non possono difendersi”. Così pensano di accanirsi su Pio XII, Papa Pacelli. “Il problema è che il Kgb non aveva accesso agli archivi vaticani, e qui intervengo io”, scrisse nel suo libro “Disinformazione” pubblicato nel 2013 sulle “operazioni culturali” dei servizi segreti russi, Ion Mihai Pacepa, un generale rumeno, che rimane il militare di più alto grado che abbia defezionato dal blocco orientale e le cui rivelazioni sono stati alla base del collasso del regime dei Ceauşescu.

Una storia interessante oggi che dopo la decisione di Papa Francesco di liberare dal segreto l’Archivio vaticano, sono tornati alla ribalta i documenti riguardanti il presunto silenzio di Pio XII sulla Shoah (raccolti tra gli altri nel volume-intervista di Massimo Franco con monsignor Sergio Pagano, dal 1997 Prefetto dell’Archivio, che sta per andare in pensione, volume che sarà presentato oggi [29 FEB] a Roma).

Tornando a Pio XII, per facilitare il lavoro di infiltrazione in Vaticano, Bucarest autorizzò Pacepa a restaurare le relazioni con la Santa Sede, in cambio dell’accesso agli archivi e di un finanziamento. La spia comunista ottiene un contatto diretto con il futuro Segretario di Stato Agostino Casaroli, che allora conduceva per conto di Papa Giovanni contatti riservati con i governi comunisti per ottenere dei miglioramenti delle condizioni di vita della chiesa in quei paesi. [CONTINUA



Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento