Vatican News - Proprio nell'epoca dei diritti umani universali, non può esserci un 'diritto' a sopprimere una vita umana". La Pontificia Accademia per la Vita sostiene attraverso una nota la posizione della Conferenza Episcopale francese che si è pronunciata in merito alla proposta, che viene votata oggi dal Congresso, di inserire nella Costituzione la garanzia della libertà per le donne di ricorrere all'aborto. La proposta è stata approvata dal Senato in prima lettura e senza modifiche: 267 i voti a favore, 50 contro. Per essere definitivamente approvata, dovrà essere votata dai tre quinti dei parlamentari dell’Assemblea e del Senato, che si riuniranno in seduta plenaria nel Congresso nella serata di oggi, lunedì 4 marzo.
Il 29 febbraio scorso, in un comunicato, i vescovi ribadivano che “l'aborto, che rimane un attentato alla vita fin dall'inizio, non può essere visto esclusivamente nella prospettiva dei diritti delle donne”, rammaricandosi per il fatto “che il dibattito avviato non abbia menzionato le misure di sostegno per coloro che vorrebbero tenere il proprio figlio”.
L'Accademia pontificia guidata da monsignor Vincenzo Paglia - a cui spetta il “compito di studiare, informare e formare circa i principali problemi di biomedicina e di diritto, relativi alla promozione e alla difesa della vita” - appoggia l’episcopato della Francia e con la sua dichiarazione “si rivolge a tutti i governi e a tutte le tradizioni religiose” perché diano il meglio, “affinché in questa fase della storia, la tutela della vita diventi una priorità assoluta, con passi concreti a favore della pace e della giustizia sociale, con misure effettive per un universale accesso alle risorse, all'educazione, alla salute”. “Le particolari situazioni di vita e i contesti difficili e drammatici del nostro tempo, vanno affrontate con gli strumenti di una civiltà giuridica che guarda prima di tutto alla tutela dei più deboli e vulnerabili”, sostiene la PAV, aggiungendo che “la tutela della vita umana è il primo obiettivo dell'umanità e può svilupparsi soltanto in un mondo privo di conflitti e lacerazioni, con una scienza, una tecnologia, un'industria a servizio della persona umana e della fraternità”. [CONTINUA]
Nessun commento:
Posta un commento
Il tuo commento