Charles Collins (Crux) - Dopo il caso-Pell, incarcerato per 400 giorni con l'accusa di violenza sessuale e poi dichiarato innocente dalla Corte Suprema, un altro caso scuote la Chiesa e la società australiana.
Il vescovo australiano Christopher Saunders è stato accusato di stupro e reati sessuali, alcuni dei quali su minori. Il 74enne è stato arrestato mercoledì a Broome e ha detto che si dichiarerà non colpevole.
Il vescovo è accusato di due capi di imputazione di stupro, 14 capi di imputazione di aggressione illegale e indecente e tre capi di imputazione per aver trattato indecentemente un bambino abusando della sua autorità. Le accuse risalgono agli anni tra il 2008 e il 2014.
Saunders è diventato vescovo nel 1996 e si è dimesso dal suo incarico nel 2020.
Al momento il vescovo è stato rilasciato su cauzione e comparirà in tribunale a giugno. Gli è stato ordinato di risiedere nella sua casa a Broome. [CONTINUA]
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Vatican News - In un comunicato, l'arcivescovo Timothy Costelloe, Presidente della Conferenza Episcopale Australiana, ha affermato che le accuse sono «molto serie deeply distressing, specialmente per coloro che hanno mosso l'accusa».
«È giusto e appropriato, e anzi necessario, che queste accuse vengano indagate accuratamente»
La Chiesa, conclude mons Costelloe, «continuerà a collaborare pienamente con la polizia e a fare i passi necessari per evitare qualsiasi azione che possa compromettere l'integrità e l'autonomia delle indagini della polizia.
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