Franca Giansoldati (Il Messaggero) - Almeno una ventina di giovani religiose appartenenti alla Comunità di Loyola sono state abusate sessualmente, spiritualmente, psicologicamente. Il numero si pensa però sia maggiore.
«Il muro di gomma deve cadere». Padre Marko Rupnik è stato per anni il loro padre spirituale, si è guadagnato la fiducia delle numerose (almeno venti) vittime manipolando le loro coscienze, facendo leva sul suo indubbio magnetismo e sulla sua autorità religiosa fino ad assoggettarle e farne delle schiave, costringendole ad avere rapporti a tre perchè, secondo lui, quell'atto avesse un significato trinitario.
Una specie di mistica del pornografico. Senza contare l'obbligo di accompagnarlo in cinema porno romani come sistema per l'assuefazione al genere.
E' una storia terribile. Almeno una ventina di giovani religiose appartenenti alla Comunità di Loyola sono state abusate sessualmente, spiritualmente, psicologicamente. Il numero si pensa però sia maggiore. Stamattina a Roma, nella sede della Stampa Italiana, due ex religiose entrambe cadute nella trappola dell'ex gesuita Rupnik, famoso nel mondo per i suoi mosaici che ornano le principali cattedrali del pianeta, si sono per la prima volta mostrate al mondo e identificate, aprendo di fatto la stagione del #metoo nella Chiesa. A voce alta hanno chiesto al Papa una giustizia che tarda ad arrivare.
Per l'associazione americana BishopAccountability.org questo caso è stato paragonato per estensione e gravità alle vicende del fondatore dei Legionari di Cristo e dell'ex cardinale McCarrick. «Un capitolo certamente ancora inesplorato perchè le suore sono restie a parlare e denunciare, tanto sono impaurite dalle conseguenze. Le violenze sono tantissime nella Chiesa. Basti pensare che tempo fa si è presentata nel mio studio una suora violentata ripetutamente da un religioso e costretta persino all'aborto» ha spiegato Laura Sgrò, legale di Gloria Branciani, 60 anni, ex religiosa, romana di nascita e Mirjam Covac, di origine slovena alla quale si deve il lavoro dietro le quinte di recuperare e unire le vittime di Rupnik. [CONTINUA]
Nessun commento:
Posta un commento
Il tuo commento