Milei condanna il socialismo e la sua idea di "giustizia sociale" che ha generato ovunque povertà, mentre demolisce le due filosofie nate dal socialismo: femminismo ed ecologismo. Un intervento che la stampa mainstream definisce "uno show".
Stefano Magni (La nuova BQ) - Il neopresidente argentino Javier Milei a Davos si scaglia contro la filosofia dominante del World Economic Forum. Un'arringa contro il socialismo, il femminismo e l'ecologismo, in difesa della libertà.
«Oggi sono qui per dirvi che l’Occidente è in pericolo. È in pericolo perché coloro che dovrebbero difendere i valori occidentali si ritrovano cooptati da una visione del mondo che porta inesorabilmente al socialismo e, di conseguenza, alla povertà». Così inizia il discorso a Davos del neopresidente argentino Javier Milei, il più atipico e il più controcorrente che si sia sentito al World Economic Forum. Non si tratta, infatti, della classica polemica, addomesticata e concordata, alimentata dall’ecologista di turno (Greta Thunberg, o chi per lei) pronto a contestare chi non fa abbastanza per salvare il pianeta. In questo caso, abbiamo un capo di Stato che dice alla platea di Davos “state sbagliando tutto”.
Javier Milei, cattolico, ma attratto dall’ebraismo, non parla con una sensibilità cattolica. Nel suo discorso, che è a cavallo fra una lezione di economia e un manifesto programmatico, si oppone alla giustizia sociale, andando contro quanto è sempre stato codificato nella Dottrina Sociale. Il presidente argentino comunque, solleva un problema che anche un cattolico dovrebbe porsi.
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