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31 gennaio 2024

Il realismo di Tommaso d’Aquino, antidoto ai mali odierni


Tommaso Scandroglio (La Nuova BQ) - La filosofia e teologia di san Tommaso sono ormai incomprese sia perché hanno una logica ferrea, oggi persa, sia perché si fondano su una premessa inattaccabile: qualcosa c’è. A differenza delle ideologie, il dato di realtà è la base dei suoi argomenti.

La Chiesa, questa domenica, celebra la memoria liturgica di san Tommaso d’Aquino (1224/1226 – 7 marzo 1274), di cui inoltre a marzo ricorreranno i 750 anni dalla morte. Naturalmente non basterà un solo anno per celebrare la sua grandezza, figuriamoci ricordarlo in un articoletto come questo.

Tra gli infiniti aspetti di radicale importanza che troviamo nel suo insegnamento, vogliamo qui però metterne in evidenza uno. Le teorie filosofiche sono valide o erronee, alla fine, per due motivi. Per le loro premesse e/o per l’iter argomentativo che si è sviluppato dalle premesse alle conclusioni. A volte le premesse, ossia il punto di partenza da cui prende l’abbrivio il ragionamento, sono valide. Pensiamo, tanto per rimanere all’attualità, alla posizione dottrinale della Chiesa sull’omosessualità, posizione che è di condanna. Ma poi può accadere che le conclusioni non siano conseguenti alle premesse. Ecco permettere, come nella recente dichiarazione Fiducia supplicans, le benedizioni delle relazioni omosessuali. L’iter logico del ragionamento è dunque fallace. [CONTINUA]

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