Danilo Paolini (Avvenire) - Il sindaco della Capitale Gualtieri ha incontrato Papa Francesco come commissario straordinario per il Giubileo: «Per la città è un'enorme occasione» per rinnovarsi. I cantieri aperti sono oggi 1400.
Sul tavolo del suo ufficio di sindaco in Campidoglio Roberto Gualtieri tiene davanti a sé il grande volume che illustra le opere in programma per l’Anno Santo del 2025 e una serie di rendering sul nuovo volto che assumeranno tante piazze e luoghi di Roma. Sono gli stessi che ha mostrato ieri mattina a papa Francesco, con cui ha avuto in Vaticano un colloquio di mezz’ora circa. «Avverto una grande responsabilità», premette il primo cittadino e commissario straordinario per il Giubileo, convinto che per Roma sia anche «un’enorme opportunità» per rinnovarsi, rilanciarsi e togliersi di dosso l’etichetta di città inefficiente e poco vivibile.
Cosa vi siete detti con il Papa?
È una persona straordinaria e incontrarlo è per me sempre una grande emozione. Abbiamo parlato della preparazione del Giubileo e di tanti temi, dalla pace ai progetti per il lavoro e l’educazione nelle periferie. Mi colpisce sempre come Francesco riesca a esprimere in modo semplice pensieri di grandissima profondità e densità concettuale e spirituale.
Tra meno di un anno Francesco aprirà la Porta Santa. Come si presenterà Roma?
Stiamo lavorando senza sosta, Roma ha la possibilità di farsi trovare più “bella” sotto molti profili. In questo libro sono descritti i 184 interventi che hanno l’ambizione di cambiare il volto della città.
Anche di renderla più vivibile e accogliente per tutti, come ha auspicato il Papa, vescovo di Roma, al Te Deum?
Certamente. Noi vogliamo rafforzare il potenziale di inclusione, di accoglienza, di accessibilità, di solidarietà, un “cantiere” forse ancora più importante degli altri. Roma deve essere non solo più pulita e decorosa, ma anche più solidale e inclusiva.
Gli interventi sono in regola con i tempi previsti?
Innanzi tutto va tenuto presente che, per responsabilità non di Roma Capitale e nemmeno del governo Meloni , siamo dovuti partire con un certo ritardo: il Dpcm che autorizza il commissario straordinario e le strutture per il Giubileo a spendere le risorse, pur essendo pronto dall’estate del 2022, a causa della crisi dell’esecutivo Draghi e alle successive elezioni politiche è stato varato solo nel gennaio del 2023. Insomma, siamo partiti con 7-8 mesi di ritardo. Detto questo, stiamo procedendo con rapidità. La maggioranza delle opere sta rispettando pienamente la tabella di marcia, e quelle con ritardi significativi sono davvero poche. Voglio ringraziare per questo tutti i soggetti attuatori e le istituzioni con cui stiamo collaborando, cito per tutti monsignor Fisichella, il sottosegretario Mantovano e il presidente della Regione Lazio Rocca. [CONTINUA]
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