Miguel Cuartero (Testa del Serpente) - Roma locuta causa finita. Così si era soliti risolvere le questioni controverse e le cause aperte all'interno della Chiesa Cattolica: per secoli il pronunciamento solenne di Roma – in particolare del Papa e del suo braccio destro, la Congregazione per la Dottrina della Fede – chiudeva le discussioni con pronunciamenti che chiedevano a fedeli e pastori il religioso ossequio dell’intelletto e della volontà, ponendo fine alle discussioni.
Oggi non è così. Al contrario, i pronunciamenti di Roma sembrano purtroppo aumentare la confusione ed elevare le discussioni a gradi estremamente accesi e concitati (come è successo con Amoris Laetitia o col motu proprio Traditionis Custodes). Si potrebbe dire “Roma locuta, caos infinito” o “Roma locuta, causa infinita”, come si evince dalle reazioni all’ultima Dichiarazione del Vaticano a propósito delle benedizioni.
All'indomani della pubblicazione della Dichiarazione "Fiducia Supplicans" del Dicastero per la Dottrina della Fede si evidenzia un alto grado di smarrimento e confusione nel mondo cattolico, non solo tra i fedeli ma anche tra gli stessi pastori. Mentre molti fedeli rimangono confusi, molti cardinali, vescovi e sacerdoti contestano la scelta di Francesco e Fernandez.
In poche ore le reazioni si sono moltiplicate in tutto il mondo a causa del contenuto "esplosivo" di un documento che rompe con la tradizione bimillenaria della Chiesa e apre alla possibilità di un riconoscimento, da parte della Chiesa Cattolica delle relazioni omosessuali, purché stabili, durature e sinceramente animate dal mutuo affetto e rispetto. Sono queste le caratteristiche che il documento segnala come "ciò che di buono" si può trovare nelle relazioni cosiddette "irregolari", in cui l'unione affettiva e sessuale si svolge in maniera pubblica AL DI FUORI del matrimonio.
È normale dunque che un pronunciamento di tale portata, firmato dalle più alte cariche della Chiesa, il Sommo Pontefice e il suo Prefetto per la Dottrina della Fede, scateni una serie di reazioni forti e decise. Non si tratta infatti di una frase pronunciata in aereo, come tante volte il Papa ci ha abituati (ad es. "Chi sono io per giudicare?"), di una intervista "rubata", di un incontro "privato" a favor di telecamere o di una ambigua affermazione pastorale che si presta a varie e diverse interpretazioni. Non si tratta di uno dei tanti scoop inventati o sfruttati dai media come dal 2013 siamo abituati con tanto di titoli di apertura con il papa Francesco che “apre ai gay”. Qui si tratta invece di un documento ufficiale dal valore dottrinale, emanato dal Dicastero incaricato di conservare, difendere e diffondere il depositum fidei, un pronunciamento al quale è dovuto l’ossequio di obbedienza. [CONTINUA]
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