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21 dicembre 2023

Chi è mons. Armando Matteo, Segretario del Dicastero per la Dottrina della Fede


Ha firmato il documento "Fiducia supplicans" in qualità di Segretario per la Sezione Dottrinale del Dicastero per la Dottrina della Fede. Oggi è il braccio destro del Prefetto Víctor Manuel Fernández in questa nuova fase voluta da papa Francesco in rottura col passato (Lettera del Santo Padre al nuovo Prefetto). Professore di teologia, prolifico scrittore e divulgatore, ha all'attivo diversi testi come "La fuga delle quarantenni", "L'opzione Francesco", "Evviva la Teologia", "Il Dio mite" e "Convertire Peter Pan". Riportiamo di seguito alcuni cenni biografici e un suo recente testo pubblicato su Avvenire. 

Biografia (Wikipedia) - Dopo aver studiato filosofia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è stato ordinato presbitero il 20 dicembre 1997. Successivamente ha conseguito il dottorato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.

Dal 2005 al 2011 è stato nominato assistente ecclesiastico nazionale della Federazione universitaria cattolica italiana. È professore straordinario di teologia fondamentale presso la Pontificia Università Urbaniana, dal 2019 direttore della rivista Urbaniana University Journal ed autore di numerose pubblicazioni in ambito teologico.

Il 12 aprile 2021 papa Francesco lo ha nominato sotto-segretario aggiunto della Congregazione per la dottrina della fede, mentre il 23 aprile 2022 è stato promosso segretario per la sezione dottrinale del medesimo dicastero

Presentazione (Il Faro di Roma) - Mons. Armando Matteo, professore di teologia fondamentale alla Pontificia Università Urbaniana di Roma e direttore della rivista Urbaniana University Journal è il nuovo segretario per la Sezione Disciplinare della Congregazione per la Dottrina della Fede. Teologo impegnato a analizzare con uno sguardo “nuovo” e fuori degli schemi la complessità del nostro tempo, autore di numerose pubblicazioni, è nato a Catanzaro il 21 settembre 1970. È stato ordinato sacerdote il 20 dicembre 1997 per l’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace e ha conseguito la laurea in filosofia all’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano. Poi ecco il dottorato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma.

Dopo aver svolto diversi ministeri nella propria arcidiocesi, l’impegno a livello nazionale dal 2005 al 2011 come assistente ecclesiastico della Fuci, la Federazione universitaria cattolica italiana e, nel 2012, come consulente ecclesiastico nazionale dell’Associazione italiana maestri cattolici (Aimc). L’attenzione al mondo giovanile e alla formazione sono due delle costanti della sua riflessione teologica e della sua “missione” in cui fede, pensiero e capacità di leggere i segni dei tempi si intrecciano. Lo testimoniano anche i percorsi accademici proposti come docente all’Urbaniana.

Il suo recente libro Pastorale 4.0. Eclissi dell’adulto e trasmissione della fede alle nuove generazioni (Ancora; 118 pagine; 13 euro), uscito nel 2020, è stato inviato dal presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, a tutti i vescovi italiani come uno strumento utile per una “rivoluzione evangelizzatrice delle comunità parrocchiali – si evidenzia nel volume – alimentando il coraggio necessario per andare oltre l’attuale ‘follia pastorale’ di chi crede di riuscire ad ottenere risultati diversi, facendo sempre le stesse cose”.

Alla Congregazione della Fede, che la recente riforma ha suddiviso in due sezioni di uguale dignità, Papa Francesco ha nominato segretario per la Sezione Disciplinare della Congregazione per la Dottrina della Fede, mons. John Joseph Kennedy, nato a Dublino (Irlanda) il 15 luglio 1968, sacerdote dal 1993 per l’Arcidiocesi Metropolitana di Dublino. Ha conseguito la Licenza e il Dottorato in Diritto Canonico alla Pontificia Università Gregoriana. Dal 2003 è officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede e, divenendo nel 2017 capo ufficio della Sezione Disciplinare.

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Armando Matteo (Avvenire, 19 feb 2023) - Come sarà il cristianesimo del futuro? Nel libro Opzione Francesco. Per una nuova immaginazione del cristianesimo futuro (San Paolo, pagine 192, euro 16, da oggi in libreria) del quale proponiamo qui sopra un ampio estratto, il teologo Armando Matteo prova a “immaginarlo” alla luce del magistero del Papa. L’idea è di un cristianesimo che coltiva prassi e sogni di fraternità; che sa abitare le periferie e fare comunione con chi le abita; un cristianesimo che denuncia un sistema economico e sociale che ci prende soldi e anima; un cristianesimo che torna allo sguardo misericordioso di Gesù. Questo richiede coraggio, amore per il Vangelo e per l’umanità.

A dieci anni dall’arrivo di papa Francesco, è apparso opportuno a chi scrive rilanciare in modo semplice quello che ai suoi occhi rappresenta la linea principale del magistero di papa Francesco e convocare i suoi fratelli e le sue sorelle nella fede a un momento di vero discernimento e di vera azione. Per papa Francesco, in verità, il dramma della Chiesa attuale – principalmente in Occidente ma con cause e ricadute che travalicano i suoi meri confini culturali e politici – è che non facciamo più cristiani e cristiane. La rottura nella trasmissione generazionale della fede è il vero nodo intorno al quale egli ha convocato il popolo santo di Dio: il cambiamento d’epoca e la fine dell’epoca della cristianità hanno semplicemente reso inefficaci le antiche pratiche di iniziazione alla fede dei nostri cuccioli. Serve, allora, un cambiamento radicale della mentalità pastorale e ancora di più serve una nuova immaginazione del cristianesimo futuro. In vista dell’esecuzione di questo duplice compito, Bergoglio ci ha consegnato, sin dall’inizio del suo pontificato, la cifra della gioia del Vangelo e il grande tema dell’amicizia che Gesù a tutti propone. Ha poi declinato questo secondo tema nella logica di un rinnovato sogno di fraternità universale, che possa riscattare la nostra esistenza umana dal terribile processo di commercializzazione che il capitalismo avanzato porta avanti con un cinismo di altissima precisione che non può che lasciare stupiti, incurante ovviamente dei tanti feriti e morti che lascia sul terreno in cui prepotente avanza. Ed è in questo mondo che i credenti debbono tornare con coraggio e con entusiasmo a portare lo sguardo di misericordia e di elezione di Gesù che sta all’origine della loro fede e al quale sempre debbono ritornare per alimentare quella fede. Questo è l’invito immenso che ogni giorno di ogni mese di ogni anno di questi dieci anni ci è venuto da papa Francesco: che quello sguardo di misericordia vada al mondo intero, raggiunga ogni angolo di umanità, tocchi e sani le esistenze ferite, risvegli le coscienze e i cuori addormentati, converta il cuore di chi ha in mano le sorti finanziarie e politiche della società, metta fine alla globalizzazione dell’indifferenza, instauri un’ecologia umana integrale, riporti finalmente il cuore dei padri verso i figli. Ecco perché è essenziale prendersi cura della concreta fecondità della Chiesa: ci servono sempre uomini e donne che vivano della passione genuinamente evangelica di dare un volto umano al mondo – un volto fatto di dignità di tutti, di giustizia per tutti, di fraternità con tutti, di pace in cielo e in terra [...]. [CONTINUA]

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