La Nuova Bussola Quotidiana - «Il rapporto sessuale estraneo al matrimonio, in quanto rapporto sessuale, non può avvicinare l'uomo a Dio e non può quindi essere aperto alla benedizione di Dio. [...] La benedizione di una realtà che si oppone alla creazione non solo non è possibile, ma è blasfema».
Pubblichiamo in esclusiva per l'Italia il documento con cui il cardinale Gerhard L. Müller, prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, prende una posizione netta, di critica radicale, della dichiarazione Fiducia Supplicans con cui il neo prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, Victor M. Fernández, ha aperto alla possibilità di benedire le coppie irregolari, comprese quelle composte da persone dello stesso sesso.
Il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF), con la dichiarazione Fiducia Supplicans (FS) sul significato pastorale delle benedizioni, ha fatto un'affermazione inedita nell'insegnamento della Chiesa cattolica. Questo documento afferma che è possibile per un sacerdote benedire, non liturgicamente ma privatamente, le coppie che vivono la loro sessualità al di fuori del matrimonio, comprese le coppie dello stesso sesso. Le numerose domande di vescovi, sacerdoti e fedeli laici che sono sorte in risposta a queste dichiarazioni meritano una risposta chiara e distinta.
Questa dichiarazione non è in diretta contraddizione con la dottrina cattolica? I fedeli sono obbligati ad accettare questo nuovo insegnamento? Il sacerdote è autorizzato a celebrare queste benedizioni private di nuova invenzione? E il vescovo diocesano può proibirle se dovessero verificarsi nella sua diocesi? Per rispondere a queste domande, vediamo cosa esattamente questo documento vorrebbe farci credere e su quali basi si fonda.
Il documento in questione, che l'assemblea generale dei cardinali e dei vescovi di questo Dicastero non ha né discusso né approvato, riconosce che l'ipotesi (o l'insegnamento?) che propone è completamente nuova, e che si basa soprattutto sul magistero pastorale di Papa Francesco. Secondo la fede cattolica, il Papa e i vescovi possono porre alcuni accenti pastorali e rapportare in modo creativo la verità della rivelazione alle nuove sfide di ogni epoca, ad esempio nel campo della dottrina sociale o della bioetica, rispettando i principi fondamentali dell'antropologia cristiana. Ma queste innovazioni non possono andare oltre ciò che è stato rivelato loro una volta per tutte dagli Apostoli come Parola di Dio (Dei Verbum, 8). Infatti, non ci sono testi biblici o dei Padri o dei Dottori della Chiesa o documenti precedenti del Magistero a sostegno delle conclusioni di FS. Inoltre, si tratta di un salto dottrinale. Si può infatti parlare di sviluppo della dottrina solo se la nuova spiegazione è contenuta, almeno implicitamente, nella rivelazione e, soprattutto, non contraddice le definizioni dogmatiche.
E uno sviluppo dottrinale che raggiunga il significato più profondo di un insegnamento deve essere avvenuto gradualmente, in un lungo periodo di maturazione (cfr. Dei Verbum 8). Ora, l'ultimo pronunciamento magisteriale su questo tema è stato dato dalla stessa Congregazione per la Dottrina della Fede nel marzo 2021, meno di tre anni fa, negando categoricamente la possibilità di benedire queste unioni. Questo vale sia per le benedizioni pubbliche che per quelle private di persone in condizioni di vita peccaminose.
Come fa FS a giustificare il fatto che, pur proponendo una nuova dottrina, non nega ciò che affermava il precedente documento del 2021?
Innanzitutto, FS riconosce che sia il Responsum che la dottrina tradizionale valida e vincolante sulle benedizioni non permettono di benedire situazioni contrarie alla legge di Dio e al Vangelo di Cristo, come le unioni sessuali fuori dal matrimonio. Questo è chiaro per i sacramenti, ma anche per altre benedizioni che Fiducia supplicans definisce «liturgiche» e che rientrano fra i riti che la Chiesa ha chiamato «sacramentali», come descritto nel Rituale Romano post-Vaticano II. In questi due tipi di benedizione deve esserci consonanza tra la benedizione e l'insegnamento della Chiesa (FS 9-11).
Pertanto, per poter accettare la benedizione di situazioni contrarie al Vangelo, il Dicastero propone una soluzione originale: ampliare il concetto di benedizione (FS 7,12). Questo viene giustificato come segue: «Si deve altresì evitare il rischio di ridurre il senso delle benedizioni soltanto a questo punto di vista [le benedizioni "liturgiche" dei sacramenti e dei sacramentali], perché ci porterebbe a pretendere, per una semplice benedizione, le stesse condizioni morali che si chiedono per la ricezione dei sacramenti» (FS 12). In altre parole, è necessario un nuovo concetto di benedizione, che vada oltre i sacramenti, per poter accompagnare il cammino di chi vive nel peccato. [CONTINUA]
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