Matteo Forte (Tempi) - La vicenda dell’uomo Joseph Ratzinger, prima ancora che quella del pontefice, porta con sé un significato per la nostra contemporaneità che richiederà ancora molto tempo per essere colto appieno e nel profondo.
Se Karol Wojtyla è stato il gigante della fede, che ha dato voce e vittoria alla Chiesa del silenzio in un secolo in cui essa sembrava soffocare sotto un sistema ateo destinato apparentemente a progressive e magnifiche sorti, il professore bavarese è colui il quale ha risposto affermativamente alla domanda posta provocatoriamente da Dostoevskij: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?». [
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