Informazione Cattolica - “Era una scelta di apertura e misericordia, che non cambia assolutamente la dottrina”.
Monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara e Comacchio, Presidente della Migrantes analizza il recente Sinodo dei Vescovi Italiani (che ha anche avuto qualche divergenza su alcuni temi) e le cui decisioni ora dovranno essere valutate dalla Cei.
Eccellenza Perego, che cosa è accaduto nel Sinodo?
“Abbiamo discusso di alcuni temi importanti tra i quali quello della correzione ed anche delle persone credenti con omoaffettività, tendenze omosessuali e transgender”.
Che cosa ne è venuto fuori?
“Un Sinodo molto articolato, direi vivace con punti di consenso e dissenso, in cui sono emersi vari orientamenti ed era scontato”.
Qualche giornale ha scritto forse esagerando che avete aperto ai Gay Pride…
“Una inesattezza che non risponde al vero. La Chiesa è accoglienza ed una Chiesa che non sappia accogliere manca alla sua missione che è perdono e misericordia. Noi non sdoganiamo il peccato e la dottrina resta la stessa. E’ evidente che gli atti omosessuali erano e sono peccato e davanti ad essi la comunione non è amministrabile. Però come Chiesa abbiamo il dovere di accompagnare, accogliere ed integrare i fratelli credenti e sono tanti, con differente orientamento sessuale, omoaffettivi e transgender. Dobbiamo preoccuparci dell’accompagnamento della persona, avere atteggiamenti di rispetto e carità. Occorre pregare e supportare tutte le giornate promosse dalla società civile contro ogni forma di discriminazione, abuso, bullismo, violenza di genere e femminicidio. Anzi, e sta scritto nel testo, le chiese locali devono impegnarsi a promuovere il riconoscimento e l’accompagnamento delle persone omoaffettive e trasgender”.
Cioè?
“Va evitato qualunque atteggiamento discriminatorio che in passato anche dentro la Chiesa vi è stato, diffuso negli ambienti ecclesiali nei riguardi di gay e Lgbt”.
Nessun via libera ai Gay Pride…
“No. E’ solo una raccomandazione ad aprirsi senza moralismi a tutte quelle manifestazioni che vanno contro la violenza di genere, il bullismo, l’omofobia e la omotransfobia" [CONTINUA]

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