Info

21 ottobre 2025

Tra l’eredità di Papa Francesco e la necessità di guardare avanti


Andrea Gagliarducci (Korazym) - La settimana in cui Papa Leone XIV ha pubblicato la sua prima Esortazione apostolica, Dilexi te, fu anche la settimana in cui prese la prima decisione di governo, che annullava una decisione del suo predecessore – in materia di finanze vaticane – e non è cosa da poco.

Dilexi te è, infatti, profondamente opera di Papa Francesco. Il suo stile è riconoscibile e vengono evidenziate anche le sue bestie nere ideologiche, tra cui le élite e le strutture corrotte. Papa Leone XIV rivide profondamente il testo ricevuto, ma il lavoro era già a buon punto. Leone XIV, insomma, ha dimostrato la sua volontà di non abbandonare completamente l’eredità del suo immediato predecessore, pur traducendola e appropriandola in traduzione.

Per quanto riguarda il governo della Chiesa – e più specificamente del Vaticano – le cose potrebbero aver iniziato a prendere una direzione molto diversa.

Fu una decisione personale di Papa Francesco quella di affidare tutti gli investimenti della Santa Sede all’Istituto per le Opere di Religione, noto anche come “banca vaticana”. Tanto che Francesco aveva addirittura chiarito la questione con un Rescritto, che interpretava in modo restrittivo una disposizione contenuta nel testo di riforma della Curia, la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium. Eppure, in questo caso, Leone XIV non ha avuto dubbi nell’annullare quella decisione con un tratto di penna, abrogando il Rescritto con una Lettera apostolica in forma di Motu proprio di tre articoli che, fin dal titolo – Coniucta cura (Corresponsabilità) – dimostra la volontà di riportare le questioni di gestione finanziaria ad una prassi più collegiale.

Le due decisioni sono diverse in apparenza, ma sono in linea con la visione complessiva che Leone XIV ha della sua missione, che consiste nel bilanciare l’ingombrante eredità del suo predecessore, mantenendo se stesso, il Vaticano – il suo Vaticano, ora – e l’intera Chiesa concentrati sul futuro.

Leone XIV procede con calma, cercando innanzitutto di risolvere le questioni in sospeso senza causare ulteriori sconvolgimenti. Non lo vedremo distribuire incarichi alla sua gente tutti in una volta, come se gli uffici della Curia fossero suoi da assegnare nell’ambito di un spoils system, ma metterà in atto una necessaria transizione.

Questo approccio, ovviamente, ha anche i suoi lati negativi.

Almeno per un po’ di tempo, darà una parvenza di credibilità ai sostenitori di una narrazione che vorrebbe Leone XIV in perfetto allineamento con il suo predecessore, che la sinodalità voluta da Francesco sia più viva che mai, nonostante tutti i segnali contrari, e che la rivoluzione di Papa Francesco continuerà a ritmo serrato.

Dilexi te fa ben poco per smentire questa narrazione, almeno non in superficie. Il fatto che i Cardinali Michael Czerny e Konrad Krajewski – due “creazioni” di Papa Francesco – siano stati chiamati a presentare Dilexi te, potrebbe essere considerato un’ulteriore conferma di ciò.

Czerny, tuttavia, ha 79 anni e sta per andare in pensione, e il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale avrà presto un nuovo responsabile. Anche l’Elemosineria Apostolica (ovvero il Dicastero per il Servizio della Carità), guidato da Krajewski, ha perso il ruolo centrale che teneva sotto Papa Francesco. Le missioni di Krajewski, anch’esse influenzate dalla transizione papale, sono cessate e la sua presenza sui media è diminuita. [CONTINUA]

Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento