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03 settembre 2025

Esulta padre Martin: papa Leone come Francesco aperto al movimento LGBT


Ester Palma (Corriere della Sera) - «Sono stato onorato e grato di incontrare il Santo Padre questa mattina in udienza nel Palazzo Apostolico, e mi ha commosso ascoltare lo stesso messaggio che ho sentito da Papa Francesco sui cattolici Lgbtq, che è un messaggio di apertura e accoglienza». Padre James Martin, il gesuita da sempre vicino alle persone omosessuali, affida immediatamente ai social la sua soddisfazione dopo l'udienza di stamattina con Papa Leone XIV in Vaticano: «L'ho trovato sereno, gioioso e incoraggiante. Per me, è stato un incontro profondamente consolante. Per favore pregate per il Santo Padre!», conclude. 

La «troppa frociaggine» di Francesco

Per la stessa mattinata il Pontefice aveva un corposo programma di udienze: oltre al sacerdote gesuita da anni impegnato nella pastorale dei gay cattolici, ha ricevuto il cardinale Angelo De Donatis, Penitenziere Maggiore, monsignor Andrea Ferrante, Incaricato in Myanmar; il vescovo di Fondi Giuseppe Sciacca e l'Ausiliare della diocesi peruviana di Trujillo, Francisco Castro Lalupù. E ancora il cardinal Michael Czerny,  Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, e i membri dell’Opera San Francesco per i Poveri di Milano. Oltre a prepararsi per partecipare alla Celebrazione Eucaristica per l'inaugurazione del Capitolo Generale del «suo» Ordine di Sant'Agostino. Ma ha trovato lo stesso il tempo di rassicurare monsignor Martin sull'«accoglienza» della Chiesa verso gli omosessuali. Peraltro mai «condannati» dalla Dottrina cattolica. Lo stesso Francesco, di cui pure è rimasta celebre la frase nel primo colloquio con i giornalisti nel volo di ritorno dal Brasile nel 2013 («Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?») ha più volte ribadito che la sua posizione era quella del Catechismo della Chiesa cattolica. Ovvero, massima accoglienza e sostegno alle persone, ma «l'insegnamento della morale cattolica dice che ogni atto sessuale al di fuori del matrimonio è peccato», come ribadì in una lettera allo stesso Martin dopo le perplessità nate nella comunità LGBTQ per un'intervista del Papa all’Associated Press. Vero è che un'altra frase del defunto Papa seminò sconcerto nella comunità: quel «C'è già troppa frociaggine» pronunciata durante l'assemblea della Cei, parlando dell'ammissione dei seminaristi, invitando i vescovi a non accogliere quelli dichiaratamente gay. Allora si disse che il Papa, non essendo italiano, non conosceva la valenza dispregiativa del termine: ma pochi giorni dopo Francesco, nell'incontro a porte chiuse con i parroci romani tornò a parlare di «frociaggine», aggiungendo: «L'ideologia gay non va bene». 

Ma ci fu anche nel dicembre 2023, la molto controversa «Fiducia Supplicans», la dichiarazione firmata dal prefetto dell’ex Sant’Uffizio, il cardinale Victor Manuel Fernández, e approvata dal Papa in udienza, che conteneva la possibilità di benedire le coppie gay. Provocò grande sconcerto in molte parti del mondo cattolico, i vescovi africani quasi minacciarono uno scisma, tanto che poche settimane dopo Francesco dovette spiegare che si trattava di «benedire le persone, non l'unione» e addirittura che tali benedizioni non dovessero durare più di 20 secondi, per non dare l'idea che si trattasse di un vero e proprio matrimonio, che per la Chiesa è e resta quello religioso fra uomo e donna. 


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