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09 giugno 2025

Il Papa: la pace tornerà se non ci muoveremo più come predatori, ma come pellegrini


Edoardo Giribaldi (Vatican News) - Presiedendo in piazza San Pietro la veglia di Pentecoste, nell'ambito del Giubileo dei movimenti, delle associazioni e delle nuove comunità, Leone XIV ricorda l’unità dei primi discepoli illuminati dallo Spirito: “non introversi e litigiosi, ma estroversi e luminosi”. La divisione, “sotto i nostri occhi, ogni giorno”, si sconfigge “armonizzando i nostri passi” a quelli altrui: una via per la quale non occorrono "sostenitori potenti, compromessi mondani" o "strategie emozionali”.

“Il profumo di una persona cara”, che rende una presenza familiare. La sincronia dei "nostri passi" con quelli "altrui”. Il vivere insieme, sfidando ogni giorno le divisioni “sotto i nostri occhi”. Nell’omelia della veglia di Pentecoste, presieduta questa sera – 7 giugno – in piazza San Pietro, Papa Leone XIV esorta ancora una volta all'unità, a una “armoniosa sintonia” nel cammino della Chiesa, tesa "fra il già e il non ancora”.

Lo Spirito del Signore è sopra di me”, l’invocazione del brano liturgico tratto dal Vangelo di Luca viene rilanciata dal Papa ad una piazza San Pietro che, contando anche le aree limitrofe, conta circa 70.000 presenti. Lo fa affinché lo Spirito stesso “visiti le nostre menti, moltiplichi i linguaggi, accenda i sensi, infonda l’amore, rafforzi i corpi, doni la pace".

È questa la conversione secondo il Vangelo: volgerci al Regno ormai vicino.

“Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista” – prosegue il passo liturgico. È testimonianza viva, secondo Leone XIV, di una realtà in continuo cambiamento, “perché Dio regna, perché Dio è vicino”. La vigilia di Pentecoste diventa così profondo coinvolgimento nella prossimità divina, grazie allo Spirito “che unisce le nostre storie a quella di Gesù”.

Siamo coinvolti, cioè, nelle cose nuove che Dio fa, perché la sua volontà di vita si realizzi e prevalga sulle volontà di morte. [CONTINUA]

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