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24 giugno 2025

Con papa Leone XIV torna la Legge Naturale


Stefano Fontana (La Nuova BQ) - Finalmente si torna alla legge naturale. Leone XIV ne ha riparlato nel discorso ai Parlamentari in occasione del Giubileo dei Governanti (vedi qui) del 21 giugno scorso. Diciamo “si torna” perché il principio della legge naturale era stato recentemente piuttosto trascurato dal magistero, mentre da tempo è addirittura abbandonato o trasformato dalla teologia prevalente. Siamo tutti interessati a vedere come il Papa svilupperà il richiamo al suo lontano predecessore, da cui ha preso il nome, alla sua enciclica Rerum novarum e, più in generale, alla Dottrina sociale della Chiesa. Nei suoi discorsi di questo primo mese di pontificato ce ne ha dato già alcuni esempi che la Bussola è stata sollecita a segnalare. Ciò è accaduto, per esempio, quando ha ricordato il dovere della formazione alla Dottrina sociale e ad intendere quest’ultima come finalizzata alla evangelizzazione (qui). Ora è il caso della legge naturale.

Nel discorso sopra ricordato, Leone XIV ha parlato della «legge naturale, non scritta da mani d’uomo, ma riconosciuta come valida universalmente e in ogni tempo, che trova nella stessa natura la sua forma più plausibile e convincente». Ha quindi citato un autore precristiano, Cicerone, il quale già aveva visto questa legge e l’aveva descritta con queste parole: «La legge naturale è la diritta ragione, conforme a natura, universale, costante ed eterna, la quale con i suoi ordini invita al dovere, con i suoi divieti distoglie dal male […]. A questa legge non è lecito fare alcuna modifica né sottrarre qualche parte, né è possibile abolirla del tutto; né per mezzo del Senato o del popolo possiamo affrancarci da essa né occorre cercarne il chiosatore o l’interprete. E non vi sarà una legge a Roma, una ad Atene, una ora, una in seguito; ma una sola legge eterna e immutabile governerà tutti i popoli in tutti i tempi» (Cicerone, De re publica, III, 22).

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