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20 maggio 2025

Dottrina Sociale di Leone XIV: svolta o continuità?


Stefano Fontana (la Nuova BQ) - Il significativo discorso rivolto il 17 maggio alla Fondazione Centesimus Annus non chiarisce se con il nuovo Papa siamo davanti a una "svolta" nel rilancio della Dottrina sociale oppure se dobbiamo aspettarci una "riforma nella continuità" con papa Francesco.

DISCORSO DEL SANTO PADRE LEONE XIV AI MEMBRI DELLA FONDAZIONE CENTESIMUS ANNUS PRO PONTIFICE

Sabato scorso 17 maggio, Leone XIV ha rivolto un discorso alla Fondazione vaticana Centesimus annus pro Pontifice. Si è trattato del primo discorso articolato sulla Dottrina sociale della Chiesa, dopo le poche parole pronunciate dalla loggia delle Benedizioni in San Pietro subito dopo l’elezione. Quelle parole avevano fatto nascere in molti la speranza che questo patrimonio dottrinale e di esperienza della Chiesa fosse rilanciato. Con il discorso di sabato scorso è arrivata una prima trattazione organica della Dottrina sociale della Chiesa per cui, con prudenza, possiamo ora precisare meglio quella speranza.

Quando si leggono questi primi interventi di Leone XIV il nostro intelletto va subito a cercare le “novità” rispetto a Francesco. Non è un riflesso condizionato né una semplice curiosità con aspetti morbosi. La cosa ha un senso se solo si pensa a come la Dottrina sociale della Chiesa sia stata pressoché cancellata nel pontificato precedente. Diventa così naturale chiedersi se papa Leone orienti progressivamente la barca verso una nuova rotta, evitando sì scossoni troppo forti ma comunque avendo l’obiettivo di condurla altrove rispetto al recente passato, oppure se egli intenda mantenere questo recente passato e procedere secondo una sua “riforma nella continuità”.

Innanzitutto nel discorso viene ribadita la dimensione “dottrinale” della Dottrina sociale della Chiesa. Essa è una dottrina nel senso di «scienza, disciplina, sapere». Non è cosa da poco se si ricorda che è stata spesso intesa come una prassi. In seguito, però, viene vista anche come «frutto di ricerca e quindi di ipotesi, di voci, di avanzamenti e insuccessi, attraverso i quali cerca di trasmettere una conoscenza affidabile, ordinata e sistematica» e, così considerata viene ricondotta ad un «camminare comune, corale e perfino multidisciplinare». La multidisciplinarità era già stata indicata da Giovanni Paolo II nel n. 59 della Centesimus annus e, se adeguatamente precisata, non fa problema.

Ma questo camminare insieme in una ricerca per ipotesi, successi e insuccessi, richiama l’impostazione di Francesco di una prassi da cui nascono delle luci durante il cammino. Il senso della parola “dottrina” invece indica un deposito di verità che illuminano il cammino che solo a quel punto diventa un «camminare comune e corale» e non prima. «Ordine» e «sistematicità» ci sono già all’inizio e non nascono da un processo, anche se le prove e gli errori nella storia affinano le attitudini prudenziali. L’annuncio di verità precede o segue il camminare insieme? Quale delle due visioni ha inteso proporre papa Leone?

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