Pubblicate le nuove regole per la formazione dei sacerdoti. Cade l'impedimento per i ragazzi con tendenze omosessuali. Un impedimento su cui Giovanni Paolo II e Benedetto XVI furono inequivocabili ma di fatti disatteso specie dagli ordini religiosi in crisi di vocazioni dove, negli ultimi decenni, hanno trovato accoglienza moltissimi ragazzi omosessuali.
Ansa - Per essere ammessi in seminario bisogna fin dall'inizio mostrare "l'orientamento alla vita celibataria". In quest'ottica non ci sarà uno sbarramento agli omosessuali in quanto tali ma a coloro che "praticano". E' quanto è previsto nelle nuove linee guida della Cei per l'ammissione ai seminari. "Nel processo formativo, quando si fa riferimento a tendenze omosessuali" è "opportuno non ridurre il discernimento solo a tale aspetto".
"L'obiettivo della formazione del candidato al sacerdozio nell'ambito affettivo-sessuale è la capacità di accogliere come dono, di scegliere liberamente e vivere responsabilmente la castità nel celibato". Si ribadisce invece che "la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l'omosessualità". [CONTINUA]
La notizia dell'Ansa è fuorviante. A non poter essere ammessi sono, oltre a coloro che praticano, anche coloro che "presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay" (RF n 44). Nell'articolo di Lenzi su Avvenire di oggi si leggono queste parole di Mons. Manetti a proposito di coloro che hanno interpretato le parole sulla castità come una possibile apertura a sacerdoti omosessuali perché casti: "Non è una lettura corretta perché il paragrafo sin dall'inizio ribadisce le norme del magistero".
RispondiElimina