Tiziana Campisi (Vatican News) - Una “persona aperta e serena”, dalle “grandi capacità di relazione e di dialogo”, che ha speso la sua esistenza “al servizio della Chiesa, della Santa Sede e del Papa”, sempre pronta a schierarsi “in favore delle persone oppresse nei loro diritti ed a sostegno dei più deboli”, sull’esempio di quel fra Cristoforo dei “Promessi Sposi” che lo aveva affascinato negli anni del liceo. Così il cardinale Giovanni Battista Re, ha ricordato il cardinale Renato Martino, scomparso lunedì scorso a Roma, all’età di 91 anni, durante la Messa esequiale presieduta questo pomeriggio, 30 ottobre, all’altare della Cattedra della Basilica vaticana. Una quarantina i concelebranti tra cardinali, vescovi e sacerdoti, ai quali si è unito il Papa per presiedere il rito dell’Ultima Commendatio, l’ultima raccomandazione a Dio perché accolga l’anima del defunto nella gloriosa comunione dei santi, e della Valedictio, il commiato, ossia l’ultimo saluto prima della sepoltura.
Nell’omelia, il decano del Collegio cardinalizio ha ripercorso la vita del porporato che ha cominciato il suo servizio nella Santa Sede poco dopo aver conseguito la laurea in Diritto canonico. Tra gli incarichi ricoperti quello di osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite a New York, dove per sedici anni “non ha risparmiato energie per testimoniare la sollecitudine del Papa per le sorti e per il bene dell’umanità”, ha sottolineato Re, evidenziando particolarmente i vari interventi sul disarmo, la povertà, la promozione dei diritti umani, la difesa della libertà religiosa, il soccorso dei rifugiati, la pace, i valori umani. [CONTINUA]
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