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16 ottobre 2024

ANTEPRIMA. Il trono e l'altare: "presagi di morte in Vaticano"


Pubblichiamo, per gentile concessione dell'Autrice, un'anteprima del libro Il trono e l'altare, (Cantagalli 2024) di Maria Antonietta Calabrò. Per trent'anni giornalista al Corriere della Sera, Calabrò collabora attualmente con l'Huffington Post. Ha vinto il premio Saint-Vincent per il giornalismo nel 2001 e il premio Cardinal Giordano nel 2015. «Quanto avvenuto in Vaticano negli ultimi anni - scrive l'Autrice -, soprattutto gli scandali finanziari, non è frutto del caso ma di una manovra messa a punto per influenzare e indirizzare l'attività della Chiesa cattolica, anche nella prospettiva dell'elezione del prossimo Papa».

Un cardinale colombiano non voleva Ratzinger Papa e preannunciò la fine del suo pontificato

Il 10 febbraio 2012, Il Fatto Quotidiano uscì con un titolo che fece il giro del mondo: “Complotto contro il Papa, entro 12 mesi morirà”. Una lettera riportava informazioni attribuite dall’estensore anonimo (che scriveva in tedesco) al cardinale Paolo Romeo il quale ne avrebbe parlato durante un suo viaggio a Pechino nel novembre 2011. Benedetto XVI, sosteneva il documento, “avrebbe solo altri 12 mesi da vivere” (…).

Romeo era all’epoca arcivescovo del capoluogo siciliano, succeduto al cardinale Salvatore De Giorgi che aveva retto la diocesi di Palermo dal 1996 al 2006. 

De Giorgi allo scoppio di Vatileaks fu scelto da Benedetto XVI come uno dei tre cardinali inquirenti,  incaricati di indagare sullo scandalo del Corvo, ed estensore della Relatio consegnata da Benedetto a Francesco, nel loro primo incontro dopo l’elezione.Una decisione significativa se si considera il ruolo del suo successore a Palermo, Romeo, nelle fasi finali del pontificato di Ratzinger. 

Il 25 maggio 2013 De Giorgi ha presieduto, come delegato di Papa Francesco, il rito di beatificazione di don Pino Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia in odium fidei, del quale nel 1999 durante il suo episcopato palermitano aveva avviato il processo di beatificazione. 

Monsignor Romeo, già nunzio in Colombia (1990-1999) e in Canada (1999-2001), era stato nunzio anche in Italia e a San Marino dal 17 aprile 2001 alla fine del 2006, coprendo con il suo mandato anche la durata del secondo governo di Silvio Berlusconi. 

Dopo la pubblicazione dell’appunto con il presagio di morte nei confronti di Benedetto, il cardinal Romeo interpellato dai giornalisti confermò  solo il suo “viaggio privato” a Pechino. Per il resto non disse nulla. Il testo anonimo non finì solo sui giornali. Venne portato in Segreteria di Stato da un altro cardinale, il colombiano Darío Castrillón Hoyos, nato a Medellin, Prefetto emerito della Congregazione del Clero, in pensione dal 2009. Hoyos aveva guidato le trattative con i seguaci di monsignor Marcel Lefebvre per ricomporre lo scisma dei tradizionalisti, e fu la causa di un grave incidente che rischiò di travolgere Papa Benedetto. Il porporato colombiano non si era accorto infatti che tra i quattro vescovi cui Benedetto XVI doveva revocare la scomunica c’era anche Richard Williamson, un antisemita che ha sempre negato la Shoah. Anzi era stato proprio Hoyos a “premere” sul Papa per accelerare l’iter della revoca nel suo caso, sostenendo che Williamson era molto ammalato, addirittura in pericolo di vita, e che bisognava fare presto per farlo morire in grazia di Dio. Circostanza assolutamente falsa, come quella riguardante il fratello di monsignor Carlo Maria Viganò contenuta nella lettera pubblicata da Gianluigi Nuzzi nel libro “Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI” vedi capitolo 6).

Il cardinale Castrillón, morto a Roma nel maggio 2018, fu protagonista – lo ha affermato lo stesso Papa Francesco nel libro-intervista del giugno  2024 “Il Successore” – di una complessa manovra, di una “carambola”, come ha detto lui stesso, per cercare di bloccare l’elezione di Ratzinger nel 2005, facendo convergere 40 voti sul nome di Bergoglio, in attesa che venisse individuato un terzo candidato “affidabile”. Un cardinale italiano. 

Nel Conclave del 2005 cercarono di fare in modo che Joseph Ratzinger non fosse eletto Papa, ha affermato Papa Francesco. E poi ha aggiunto: “In quel Conclave – la notizia è nota [ed in effetti è così, ndA] – mi usarono.”

Il punto è che, come abbiamo visto in questo capitolo, Castrillón Hoyos è stato anche il cardinale al centro di un’altra e complessa “carambola” alla fine del pontificato di Benedetto, quella relativa alla lettera “Benedetto, tra 12 mesi morirà”. Ciò avvenne un anno prima della storica rinuncia di Ratzinger che – lo abbiamo saputo solo nel 2024 grazie a Papa Francesco – proprio lui e i suoi amici non avrebbero mai voluto che fosse Papa. Perché Francesco ne ha parlato apertamente? Evidentemente perché ritiene la circostanza importante. La narrativa prevalente nel 2005 fu invece che Bergoglio era il candidato “progressista” in competizione e antagonista rispetto al “conservatore” Ratzinger. La narrativa dei due candidati in lotta rimase sottotraccia e venne rilanciata alla grande dopo la rinuncia di Benedetto, in modo che essa potesse servire ad alimentare quella della “contrapposizione” tra i “due Papi”. 

Ci possono essere molti modi per morire: in senso fisico o anche simbolico. Il documento che, ai tempi in cui fu reso noto, sembrava – come osservò il portavoce vaticano padre Lombardi – completamente privo di senso e stravagante, riletto dopo la fine del pontificato di Benedetto venne interpretato in modo completamente diverso. L’11 febbraio 2013, ad un anno esatto dall’anonimo tedesco che aveva preannunciato la morte di Papa Ratzinger entro dodici mesi, il Pontefice rese pubblica la sua rinuncia. Quel Papa – che, secondo la “carambola” rivelata nel 2024 dal suo successore Francesco, non doveva neppure essere eletto – lasciava infine il soglio pontificio, primo Papa dopo  settecento anni. (…).


Il Papa non è “Cosa loro”.

Il nome stesso  dello scandalo, lo scandalo del Corvo, rimanda agli anni tragici del Corvo di Palermo, l’anonimo che imperversava nella Procura antimafia più esposta d’Italia usando scritti anonimi contro il Giudice Giovanni Falcone.(…)

Nel 2012 l’obiettivo fu soprattutto quello di cercare di impedire il superamento dei controlli internazionali antiriciclaggio, visto che il Vaticano si era sottoposto in quei mesi per la prima volta alla valutazione dei controllori del Comitato Moneyval del Consiglio d’Europa. 

Perché vennero sparse sui giornali notizie false? Forse perché impedendo la prosecuzione del processo di risanamento si sarebbe potuto continuare ad usare il Vaticano come “paradiso” sicuro per il denaro sporco, comodo offshore su terra italiana, come era avvenuto almeno a partire dagli anni Sessanta? La Santa Sede invece ha proceduto sulla strada della trasparenza, nonostante tutto. Nonostante gli errori, i ritardi e le vischiosità forse inevitabili in un cambiamento epocale. (…)

Eppure - ma lo abbiamo scoperto  solo dieci anni dopo -  nel momento di una transizione drammatica per la Chiesa cattolica, con Benedetto XVI che stava per pronunciare la sua rinuncia, ai piani alti della Terza Loggia, come è soprannominata la Segreteria di Stato vaticana,  si lavorava alacremente per portare “fuori” dai controlli un vero e proprio tesoro di circa un miliardo di euro, ancora prima di sapere cosa farne. (vedi capitolo 3  “Francesco va ad Assisi, e i soldi in Svizzera ) (…)

A qualcosa di simile ha alluso Francesco, quando l’8 novembre 2015 all’Angelus, parlando questa volta di Vatileaks 2, disse che la nuova fuoriuscita di documenti non avrebbe bloccato il suo impegno per le riforme. E parlando di corruzione nella conferenza stampa sul volo di rientro dal Centrafrica (30 novembre 2015), richiamò il primo scandalo Vatileaks: “Tredici giorni prima della morte di San Giovanni Paolo II, in quella Via Crucis, l’allora cardinale Ratzinger, che guidava la Via Crucis, ha parlato delle ‘sporcizie della Chiesa’: lui ha denunciato questo! Per primo! Poi muore il Papa nell’ottava di Pasqua – questo era il Venerdì Santo –, muore Papa Giovanni Paolo, e lui è diventato Papa. Ma nella Messa pro eligendo Pontifice – lui era Decano… Camerlengo… no Decano – ” lui ha parlato della stessa cosa, e noi lo abbiamo eletto per questa sua libertà di dire le cose. È da quel tempo che c’è nell’aria del Vaticano che lì c’è corruzione, c’è corruzione… la corruzione viene da lontano. “  (…)

Nel 2024, Francesco ha sottolineato  di nuovo che fu proprio Ratzinger a “inaugurare un nuovo stile” ed ad imboccare le riforme.

Se poi si leggono i “presagi di morte” di cui fu vittima Bergoglio nel 2015 e quanto in parallelo stava avvenendo in Vaticano per ripulire le finanze la coincidenza delle date è davvero scioccante. Tutto ciò l’abbiamo appreso solo grazie agli accertamenti compiuti nel corso del processo  per il palazzo di Londra celebrato davanti al Tribunale vaticano tra il 2021 e il 2023. (…)

Le speculazioni sulla salute di Francesco, dopo l'acme del 2015, sono cresciute ancora a partire dall'estate 2021. Ma non si sono intensificate solo a motivo dell'invecchiamento del Pontefice e degli interventi chirurgici cui si è dovuto sottoporre.

Nell'estate 2021 furono in molti a sperare che il dibattimento per lo scandalo di Londra neppure avrebbe avuto inizio. Il giorno dopo il rinvio a giudizio dei dieci imputati, domenica 4 luglio 2021, Francesco infatti aveva dovuto fare ingresso al Policlinico Gemelli per essere sottoposto ad una operazione programmata per togliere 33 cm di intestino affetto da diverticoli necrotizzati. I rumors su un Conclave imminente a quel punto diventarono veri e propri boatos anche perché, se Francesco fosse uscito di scena in un modo (dimissioni) o nell'altro (morte), anche il processo avrebbe potuto finire su un binario morto.

Il 1° settembre 2021 il Papa stesso dovette togliere ossigeno alle fiamme, affermando in un'intervista a Radio Cope: "Mai passato per la testa di dimettermi". Con il trascorrere dei mesi iniziò lo stillicidio sulle difficoltà deambulatorie e la necessità di utilizzare spesso la sedia a rotelle. Anni dopo, Francesco ironizzava: "I Papi in passato usavano la sedia gestatoria, questa è più pratica", indicando la carrozzina. Nel dicembre 2022 in un'intervista allo spagnolo ABC affermò in modo perentorio: "Si governa con la testa, non con le ginocchia".

Allo stesso modo, boatos di dimissioni tornarono dopo l'operazione all'addome del 7 giugno 2023. Il processo per l'acquisto-truffa del Palazzo nel cuore della capitale inglese era arrivato a un tornante decisivo: a fine luglio erano previste le dichiarazioni finali del Promotore di giustizia che avrebbe sollecitato pesanti richieste di condanna per gli imputati, quasi un secolo di carcere. 

Nel frattempo nove anni sono stati “persi” in Vaticano dietro la storia del palazzo, prima per acquistarlo, poi per venderlo, poi per “liquidare” i vari Mincione e Torzi. Con un impiego enorme di tempo e di risorse è stato condizionato gran parte del pontificato di Papa Francesco.

La bronchite prolungata che Francesco ha accusato nella primavera 2024 ha alimentato ancora la speranza di quanti osservano ogni minimo indizio per poter concludere: "Questa volta ci siamo".

All'inizio di aprile 2024, anche dopo le dirompenti affermazioni di Francesco su monsignor Gänswein nel libro “Il Successore” - che ha riscritto la storia della coabitazione dei due Papi (vedi cap. 9) - su cosa è stata deviata l'attenzione massmediatica soprattutto italiana ? 

Sul futuro funerale di Bergoglio, un funerale semplificato senza catafalco e senza l'esposizione del corpo! 

Si sa che i Corvi si nutrono di cadaveri.



4 commenti:

  1. abbastanza ridicolo come groviglio di tesi complottiste mal documentate, e legate solo dalla volontà di creare quel clima cupo. Intanto Ratzinger è morto 8 anni dopo la data prevista. Che ci siano manovre e un molto parlare, è ovvio. Ciò che è sempre stato ci sta e ci sarà. Papa Francesco lo ha detto chiaramente aggiungendo che questo non toglie il dovere di lottare contro la corruzione. Un libro che certamente non leggerò

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    1. Esattamente un anno dopo il documento Benedetto XVI si e’ dimesso. Ci sono molti modi per morire…

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  2. Idem. Basta di gente che vive di fantasticare sul Vaticano

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    1. Ma qusli fantasie … Benedetto e Francesco vittime della stessa gente

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