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29 agosto 2024

Il sogno cinese, a quale prezzo?


Andrea Gagliarducci (Korazym) - dettagli fanno sempre la differenza. Non basta quindi leggere il comunicato stampa in cui la Sala Stampa della Santa Sede ci ha informato, che il Cardinale Matteo Zuppi ha avuto un colloquio telefonico con Li Hui, il Rappresentante speciale del governo cinese per gli Affari euro-asiatici. È necessario anche leggere il comunicato stampa da parte cinese, arrivato il 14 agosto, un giorno prima del comunicato stampa della Santa Sede. I dettagli e le differenze nei comunicati stampa dicono molto di più delle parole ufficiali. Le differenze e i dettagli indicano la volontà specifica di Papa Francesco.

Nell’ultima settimana, finalmente è stata pubblicata un’intervista che il Papa ha rilasciato alla Provincia asiatica dei Gesuiti. Francesco si è seduto per l’intervista il 24 maggio, giorno di Maria Aiuto dei Cristiani, e del pellegrinaggio al santuario cinese di Sheshan, nonché giorno di preghiera per la Chiesa Cattolica in Cina. In essa, Francesco ha parlato del suo sogno di visitare la Cina.

Nel frattempo, è probabile che siano iniziati i preparativi per il prossimo incontro sino-vaticano in Cina per rinnovare l’accordo sulla nomina dei vescovi. Firmato nel 2018, l’accordo è stato rinnovato ogni due anni e dovrebbe essere sempre lo stesso: biennale e ad experimentum. Tuttavia, quest’anno ha portato anche una novità, ovvero un incontro di medio termine a Roma tra la parte cinese e la controparte della Santa Sede, sempre con il rinnovo dell’accordo come tema.

Devono esserci comunicazioni ufficiali su questi incontri.  La loro esistenza è nota da varie fonti – è difficile che una delegazione della Santa Sede passi inosservata in Cina, a dire il vero – e ci sono alcune voci su di loro. Gli incontri, tuttavia, devono rimanere riservati perché qualsiasi pubblicità potrebbe creare difficoltà nei rapporti tra la Santa Sede e Pechino. Quindi, non c’è mai alcuna comunicazione dalle delegazioni – anche se generalmente sono a livello di Vice Ministro degli Esteri e Sottosegretario del Dicastero per l’Evangelizzazione – né dai risultati delle discussioni. È un dialogo complesso. Papa Francesco, tuttavia, vuole continuare a tutti i costi, coltivando il sogno di essere il primo Papa a recarsi a Pechino.

Non è la prima volta che la Santa Sede concorda con un governo per nominare vescovi. A volte, è un male necessario, come nel caso dell’Ungheria nel 1956. Tali accordi non significano che la Santa Sede sia cieca di fronte ai problemi di libertà religiosa. La Santa Sede considera questo tipo di accordo non ideale e un punto di partenza provvisorio per portare avanti un dialogo difficile ma importante.

Lo sa il Segretario di Stato, il Cardinale Pietro Parolin. Da giovane funzionario del servizio diplomatico della Santa Sede, Parolin ha lavorato a un accordo simile con il Vietnam, non così pubblicizzato come quello cinese, ma che ha dato i suoi frutti in un dialogo bilaterale ufficiale durato più di dieci anni. Ora, Hanoi e la Santa Sede sono a un passo dalle piene relazioni diplomatiche. [CONTINUA]

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