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05 luglio 2024

CL. Intervista a Prosperi: «La fede, uno sguardo nuovo sul mondo»


Corriere della Sera - La vita del movimento e i passaggi chiave degli ultimi anni, fino al rapporto con la politica e con la cultura. In un'intervista al "Corriere della Sera" parla il Presidente della Fraternità di CL. 

«Comunione e liberazione non rinuncerà a dare il proprio giudizio sulla realtà». Davide Prosperi è un biochimico di 52 anni, docente all’università Bicocca e specialista di Nanomedicina. Milanese, sposato, padre di quattro figli e con un fratello prete. Non un presenzialista, è poco noto al grande pubblico. Dal 27 novembre 2021 siede sullo scranno più alto della Fraternità di Cl. E ora, a due anni e mezzo dall’insediamento, accetta di parlare del rapporto con la politica di un movimento spesso al centro dell’attenzione proprio per la sua azione nell’arena pubblica. Nonché dell’eredità del suo predecessore, il teologo spagnolo Julián Carrón.

Professore, che cos’è oggi il movimento fondato da Giussani?

Quello che è sempre stato, la proposta di un’amicizia che ha un unico scopo: vivere e testimoniare l’avvenimento cristiano. Una proposta semplice e aperta a tutti, resa persuasiva da don Giussani e che in settant’anni si è radicata in 90 Paesi.

Eppure l’immagine riflessa è anche quella di un movimento diviso. Forse in cerca d’autore. Perché il passaggio dal teologo spagnolo Julián Carrón a lei ha creato così tante palpabili tensioni?

Non parlerei di movimento diviso. La Chiesa sta chiedendo a tutti i movimenti una maturazione che tra le altre cose comporta nuove modalità nella scelta della guida dopo la morte dei fondatori. Quanto a noi, le improvvise dimissioni anticipate di Don Carrón hanno creato qualche trauma. Allora non sono stato coinvolto nella decisione, ma la motivazione che lui ha dato, cioè di voler lasciare più libero il movimento di seguire le indicazioni della Chiesa, l’ho trovata condivisibile... [CONTINUA]

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