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26 giugno 2024

Risposta ad Avvenire: l’aborto legale non è aborto sicuro


Francesca Romana Poleggi (ProVita) 

Gentile Direttore Marco Girardo,

Gentile dott. Alessandro Rondoni,

sull’inserto di Avvenire “Bologna Sette” del 23 giugno scorso, all’indomani della Manifestazione di Roma “Scegliamo la Vita”, Francesca Accorsi, in “Aborto sostantivo maschile”, scrive tre cose sulle quali vorrei confrontarmi.

Invio perciò questa lettera aperta al giornale dei Vescovi sperando in un proficuo e pacifico scambio di riflessioni, ad majorem gloriam Dei.

Il pezzo dice che «chi lo subisce [l’aborto] sono solo le donne». Solo le donne? A parte il fatto che si riscontra la sindrome post abortiva e/o la sindrome da stress post traumatico anche nei padri, nei nonni, nei fratelli e persino negli operatori sanitari coinvolti, è, sì, vero che l’aborto ha conseguenze devastanti per il fisico e la psiche delle madri (perché quelle donne, volenti o nolenti sono madri nel momento in cui restano incinte), ma forse sarà il caso di ricordare che c’è “anche” un bambino che muore, o no? In troppi oggi credono ancora nella favola del “grumo di cellule”, quando il dato scientifico dell'umanità del concepito è da decenni (da quando è stato sequenziato il DNA) oggettivamente inoppugnabile.


In due punti dell’articolo si sostiene che la 194 rende l’aborto sicuro: prima le donne morivano nelle mani delle mammane, adesso «non muoiono più». Anzitutto è bene ribadire che le donne stanno molto male dopo un aborto. Quando non hanno problemi fisici, prima o poi si presentano loro problemi psichici che possono anche essere devastanti (peggio quando alla madre del bambino morto viene negata la verità e quindi viene negata la possibilità di elaborare il lutto). Però certo, chi impazzisce può sperare di guarire, mentre alla morte non c’è rimedio.

Mi sorprende, però, che si ignorino le Relazioni ministeriali al Parlamento: da anni esse riportano che il numero di donne morte per aborto «è basso». Il che vuol dire che le donne muoiono ancora oggi di aborto legale. Che il numero di donne morte sia «basso», da donna, non mi consola. E poi “basso” che vuole dire? 10, 100? Anche 1.000, rispetto ai 60 mila aborti calcolati sarebbe in fondo «un numero basso». Magari sarà il caso di andare a cercare i dati sulle donne morte per aborto. E da quando va di moda l’aborto chimico con Ru486 sono ancora di più!

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