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05 giugno 2024

Parla la teologa Perrone: Papa indifendibile ma i seminari vanno superati


Francesco Peloso (Domani) - La teologa Marinella Perroni interviene nel dibattito che si è aperto dopo le parole di Francesco sull’omosessualità. «Lui ha sbagliato, ma dai vescovi italiani era lecito attendersi maggiore lealtà». «Anche il papato ha bisogno di essere riformato».

Le espressioni utilizzate dal papa durante l'incontro con i vescovi italiani sono «imperdonabili», certamente sbagliate, tuttavia bisogna tenere conto del fatto che c'è un contesto più ampio nel quale esse vanno collocate. 

Marinella Perroni, teologa e biblista di fama, fondatrice del Coordinamento teologhe italiane, autrice di numerosi saggi e studi, fa il punto sul pontificato di Francesco, a partire dall'ultimo clamoroso incidente cheo ha visto protagonista, ovvero le affermazioni del papa circa l'eccessiva "frociaggine" che caratterizzerebbe l'ambiente dei seminari italiani. 

Cominciamo da qui: perché si può parlare di un problema nei seminari? 

Ci sono persone che hanno un chiaro orientamento omosessuale e non sanno viverlo in maniera libera e matura, ma sperano piuttosto di superarlo sublimandolo, scegliendo la vita clericale. In seminario, nei primi tempi, spinti dall'entusiasmo, la cosa può anche riuscire, ma poi diventa sempre più difficile controllarla. Qui sta il vero errore del papa: poteva approfittare per dire che il discorso vale sia per gli eterosessuali che per gli omosessuali. Il problema reale è che i seminari non hanno una adeguata capacità di formare le persone a una sessualità pienamente matura e responsabile. 

Che la chiesa cattolica ha un problema serio con la sessualità, che non ha mai portato a tema seriamente la questione della sessualità perché l'ha troppo spesso mortificata o condannatao alterata è un fatto che è stato messo in luce da decenni. Francesco non può non sapere che sessualità immature siano etero o omo, diventano una questione seria. 

Inoltre va ricordato che l'istituzione dei seminari è un frutto del Concilio di Trento che, all'interno di una importante riformasistemica di cui la chiesa in quel momento aveva gran bisogno, ha istituitoi seminari come steuttura fornatica adeguataa promuovere e consolidare la rirorma. Anche il Vaticano II ha avviato un processo di riforma di cui faceva parte sicuramente il ripensamento di tutti i ministeri e quindi anche delle strutture formatice adeguate a sostenere l'ordinamento ministeriale della chiesa. Questo processo è stato bloccato e non ha dato l'esito auspicato. 

Che diciamo allora? Chiudiamo i seminari? Ma con cosa li sostituisci? Va poi anche detto che i seminari in cun si persegue il modello tridentino sembra godano di ottima salute. La questione è dunque di fondo: a seconda di quale modello di chiesa perseguiamo, di qhale dovrebbe essere l'ordinamento ministeriale adatto ad esso, allora potremmo ragionare sull'adeguamento delle strutture formative. [CONTINUA]

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