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19 giugno 2024

Intervista a Müller: “L’Europa riparta dal cristianesimo e dai valori conservatori


Luca Maurelli (Il Secolo d'Italia) - Nella stanza c’è lui, Gerhard Ludwig Müller, sul mobile una foto del fratello morto in un incidente che sorride da una cornicetta con i cuoricini rosa che sembrano disegnati da un bambino, davanti a sè il Cardinale ha un bicchiere di acqua col limone col quale digerisce qualche dispiacere provocatogli da Papa Bergoglio, alle sue spalle una scala con cui va a caccia di libri dagli scaffali quando perfino il suo metro e novanta non è sufficiente a raggiungere l’obiettivo. Sopra, tutto intorno e dentro di lui aleggia invece lo spirito di Joseph Aloisius Ratzinger, il maestro spirituale, che in quella casa appena fuori il Vaticano ha abitato per 24 anni e che su quella scrivania, respirando la sua stessa aria e appoggiando i gomiti su quello stesso legno, ha scritto le sue encicliche Deus caritas est, Spe salvi, Caritas in veritate, macigni del pensiero cristiano.

“Sette anni dopo essere diventato Papa, Ratzinger mi volle affidare la sua abitazione, rimasta vuota per sette anni. Mi disse, aspettavo la persona più idonea. Fu lui stesso a mostrarmela, accompagnandomi per le stanze”, racconta Sua Eminenza, tradendo un’emozione che fa fatica ad ammettere ma che si legge sul volto severo che si scioglie in sorrisi improvvisi, da vero tedesco, classe 1947. “Sento la sua presenza, qui, avverto la sua protezione, mi muovo dove lui ha scritto cose importanti e mi piace pensare che mi abbia considerato idoneo a prendere la sua casa…”.

Mentre parla il Cardinale Müller scopre ancora il fianco all’emozione e alla nostalgia, e le accoglie, stavolta, con un sorriso. Lui, già vescovo di Ratisbona, prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, membro del Supremo Tribunale della Segnatura e del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, autore di 40 libri e altre 800 pubblicazioni scientifiche su teologia e filosofia, oggi è forse il Cardinale più “conservatore” del Concistoro, nel solco di Ratzinger, ma guai a equiparare quella definizione a qualsiasi idea di vecchio, superato, obsoleto. 

“L’antropologia, che è anche l’origine della morale, non ha nulla a che vedere col tempo, con i conservatori o i progressisti, la morale cattolica ha a che fare con la natura che non si misura in antico o moderno…”, spiega mentre sfoglia un libro su Papa Benedetto XVI del senatore Pedrizzi, con il quale si intrattiene a discutere di aneddoti su quel Pontefice così poco esplorato dai media ufficiali

[...] Ora sta calando di nuovo il buio, sulla Polonia, anche per colpa della Ue, che vuole distruggere la Polonia come baluardo del cristianesimo, con un governo socialista che lotta contro i simboli del cristianesimo, la Croce, le festività, i simboli: vogliono eliminare i cattolici, come fece il nazismo, si respira un’aria pessima. Non come in Ungheria, che è il Paese dove attualmente i valori cristiani sono meglio rappresentati e difesi”. [CONTINUA]

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