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19 aprile 2024

L'universo ha avuto un inizio asoluto che esige l'esistenza di un Dio creatore


Michel-Yves Bolloré e Olivier Bonnassies (Corriere della Sera) - sulle pagine de Il Corriere Michel-Yves Bolloré e Olivier Bonnassies, autori del libro «Dio. La scienza. Le prove», rispondono alle dure critiche rivolte dal fisico Carlo Rovelli e dal sacerdote Giuseppe Tanzella-Nitti alla teoria del disegno intelligente presente nel libro che hanno definito uno "sciocco equivoco". 

Da secoli l’uomo ha cercato di provare l’esistenza di Dio attraverso prove più o meno evidenti, sviluppate in contesti culturali diversi. Tanto più ora che con il nostro libro Dio. La scienza. Le prove (edito in Italia da Edizioni Sonda) abbiamo voluto presentare le prove scientifiche della sua esistenza. Prove che naturalmente suscitano dibattito e polemiche. Utili, queste ultime, se consentono a tutti di fare un passo in avanti nella conoscenza della verità. In quest’ottica desideriamo rispondere all’articolo di Carlo Rovelli e Giuseppe Tanzella-Nitti pubblicato sul «Corriere della Sera» il 22 marzo 2024 ringraziando la vostra testata e il vostro direttore per lo spazio di replica concesso.

Innanzitutto le prove che l’Universo abbia avuto un inizio assoluto non si limitano al Big Bang ma sono in realtà assai più numerose.

Ad esempio, è stata la termodinamica la prima scienza ad avere intuito, sin dal diciannovesimo secolo, che l’Universo si degrada nel tempo ed è destinato a una morte termica ineluttabile, il che comporta la necessità di un inizio.

L’idea dell’espansione dell’Universo è nata in seguito, con la teoria del Big Bang. Pochi anni orsono, nel 2003, tre grandi scienziati, gli americani Borde, Guth e Vilenkin hanno determinato l’impossibilità di una serie infinita di Big Bang nel passato e, di conseguenza, il carattere imprescindibile di una prima singolarità (il primo Big Bang), confermando in tal modo le ricerche di Hawking, Penrose ed Ellis del 1973. Nel 1998 Perlmutter, Schmidt e Riess hanno anch’essi stabilito che dopo 9 miliardi di anni l’espansione dell’Universo ha iniziato ad accelerare, il che porta a pensare che nel futuro non potrà verificarsi un Big Crunch.

L’impossibilità di un tempo infinito nel passato viene inoltre determinata dalle scienze matematiche che, a partire da Hilbert, affermano che nel mondo reale nulla può essere infinito. La fisica poi ha scoperto i limiti verso l’alto con la velocità limitata della luce e verso il basso con i quanti. Limiti condivisi anche dalla filosofia.

Ecco quindi che sei ragionamenti razionali che derivano da ambiti diversi e indipendenti dimostrano che il nostro Universo ha certamente avuto un inizio assoluto, come spieghiamo in modo particolareggiato nel capitolo 7 del nostro libro.

Ciò che è importante capire qui è che nessuna di queste singole prove è di per sé assoluta, come lo sarebbe una dimostrazione matematica

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