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20 aprile 2024

Il filosofo Jullien: «Solo il cristianesimo può accendere un'alba in Europa»

 


Simone Paliaga (Avvenire) - All'apertura del festival Biblico, giovedì, parlerà di “Esistenza. Stare fuori dal mondo, abitare l’altro”. «Mi interesso di cristianesimo perché è al centro di ciò che ha reso l’Europa ciò che è». 

«Oggi viviamo in Europa un periodo cupo, un periodo senza tenacia, senza tonos, direbbero i greci. Siamo in una specie di ripiego, un ripiego mortifero, e ritengo che dobbiamo scrollarci di dosso la cupezza imperante nell’Europa di oggi per intraprendere un nuovo inizio, per ricominciare con la storia. E il messaggio cristiano offre le risorse senza cui l’Europa non potrebbe esserci», dice a Avvenire François Jullien, filosofo francese estremamente originale, che giovedì, alla serata inaugurale del Festival Biblico, alle ore 21, al Teatro Olimpico di Vicenza, parlerà di Esistenza. Stare fuori dal mondo, abitare l’altro con Alberto Cozzi e Marcello Ghilardi e l’accompagnamento del soprano Fé Avouglan e del pianista Diego Mingolla.

Perché, un filosofo con il suo cammino di pensiero, si interessa alle sorti del cristianesimo?

Per una ragione politica, perché il cristianesimo è al centro di ciò che ha reso l’Europa ciò che è. Che uno sia cristiano o meno, questo è un dato di fatto. Non assumersi la responsabilità della questione del cristianesimo, oggi, è un handicap per l’Europa. Evitare di porla nuoce alla costruzione dell’Europa e la smobilita. Se non la pone è perché non sa cosa fare con Cristo, con il cristianesimo. Detto questo voglio precisare che una ragione politica non è una ragione per iniziare a credere. Oggi il cristianesimo è forse meno indifferente in Italia che in Francia. Ma questa indifferenza è comunque smobilitante storicamente.

Perché?

Il pensiero europeo si è sviluppato nella contrapposizione tra fede e ateismo fin dai greci quando viveva la contrasto tra theologoi e phyisiologoi, una contrapposizione che il pensiero cristiano ha rinnovato. Questo conflitto è stato il cuore pulsante dell’Europa. Quando è stata annunciata la morte di Dio era ancora un evento, ma oggi l’indifferenza non è un evento ma un evitamento, e credo che questo, senza che ce ne accorgiamo, stia nuocendo all’ascesa dell’Europa. [CONTINUA]

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