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14 marzo 2024

Varden: rispetto di sé, ecco il vero senso della castità


Erik Varden (Avvenire) - Anticipiamo ampi stralci dell’articolo di Erik Varden “Riconciliare i sensi attraverso la castità”, che appare sul primo numero del 2024 di “Vita e Pensiero”, bimestrale dell’Università Cattolica, in uscita giovedì. L’autore nato nel 1974 in una famiglia appartenente alla Chiesa di Norvegia, ma non praticante, si è convertito a 15 anni dopo aver ascoltato la Sinfonia n. 2 di Mahler. Nel 1993 si è fatto cattolico e nel 2002 è entrato nell’ordine dei Cistercensi di stretta osservanza. È stato abate trappista di Mount Saint Bernard, in Inghilterra, e dal 2020 è vescovo di Trondheim. Il titolo della riflessione riprende quello del suo libro "Chastity: reconciliation of the senses", uscito nel 2023.

In un’intervista rilasciata il 27 maggio 2023, il cardinale Jean-Claude Hollerich, mai timoroso di pronunciare cose imprevedibili, osservò: quando tentiamo di parlare di castità alla gente del nostro tempo sembra di «parlare a loro in egiziano». 

L’affermazione mi colpì. Avevo appena inviato al mio editore a Londra un manoscritto intitolato Castità. Avevo in realtà scritto un manuale di egiziano? In un certo senso, sì. Sono convinto che abbiamo smarrito il vocabolario, la grammatica e la sintassi necessari per parlare di castità in modo intelligibile e che, di conseguenza, abbiamo perso di vista una dimensione cruciale dello sviluppo umano. 

So bene che ciò può apparire provocatorio. “Castità” è diventata una parola per antiquari. Descrive un insieme di atteggiamenti e un codice di comportamento associati a un’epoca passata. Molti esultano nel vederla ormai lontana. Sentendo pronunciare la parola oggi, siamo più propensi a pensare a una sessualità frustrata che alla forza di una virtù fresca di rugiada «limpida come il volto di Diana», per citare Otello.

Lo svelamento di abusi sessuali commessi da persone, uomini in maniera preponderante, che avevano professato un voto di casto celibato ha giustamente originato un’ondata di rabbia in tutta la società. L’ideale di castità appare screditato, senza dubbio una forma obbligatoria di osservanza religiosa. Spesso annunciato non solo come un ideale senza vita ma addirittura come mortifero, ci viene ora presentato piuttosto come un corpo in decomposizione che attende sepoltura. C’è un lutto che a esso si appiglia, è vero; ma esiste qualche motivo per piangerne la dipartita? Io credo che ci sia. Così mi sono impegnato a cercare che cosa c’è in gioco. [CONTINUA

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