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22 marzo 2024

Roma. Funerale di don Claudiano: L'omelia del card. De Donatis


“Cari fratelli e sorelle, porto a tutti il saluto la benedizione di Papa Francesco. Lo sentiamo vicino in questa celebrazione ricordando anche i suoi undici anni come Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale.

 Come san Giuseppe: sposo e padre. 

È una grazia immensa che la vita di don Claudiano venga sigillata da Dio proprio nella solennità di San Giuseppe, padre putativo del Signore Gesù, sposo castissimo della Vergine Maria. Padre e sposo. Questa è stata anche la missione di don Claudiano: padre e sposo. Padre di tanti giovani, padre di tantissimi presbiteri che oggi gli fanno da corona, che gli sono stati vicino in questi ultimi giorni anche di forte sofferenza che ha vissuto, come è stata vicino in questi mesi, in questi anni, Pia. Quindi Padre. E poi sposo della Chiesa, che ha amato sempre, dovunque, con tutto se stesso. ‘Senza mai chiedere e senza mai rifiutare’, come amava ripetere. Questa è una frase direi classica, anche per chi ha ricevuto una certa formazione, almeno l’ho sentita dire da più preti di quel periodo, compagni anche di Don Claudiano. 

Come san Giuseppe anche don Claudiano, nel corso della sua lunga vita, ha ascoltato tante volte l’annuncio dell’angelo che gli diceva: ‘Non temere di prendere con te la tua sposa’. Accolse questa Parola la prima volta da bambino quando sentì la vocazione missionaria. Poi ancora quando giunse la chiamata a venire a studiare qui a Roma come alunno del Seminario Romano, negli anni del Concilio, in cui si attendeva un vero rinnovamento per la Chiesa e per l’umanità. 

E dopo l’ordinazione presbiterale ci furono le prime esperienze pastorali nelle parrocchie della periferia romana, proprio negli anni in cui il tentativo di realizzare il Concilio dava una forma nuova alla vita della Chiesa e in cui, non si rado, gli entusiasmi iniziali venivano sostituiti dalla critica amara e dalla contestazione”.

L’incontro con il Cammino Neocatecumenale

“Anche in quegli anni difficili ma bellissimi, don Claudiano sentì la voce dell’angelo che invitava a non respingere la sua Sposa ma a continuare ad amarla. A questo periodo infatti risale l’incontro con il Cammino Neocatecumenale, una vera svolta per la vita di don Claudiano. 

Come spesso raccontava, ascoltare le catechesi furono per lui un respiro, una liberazione, un’esplosione di gioia. Poter sperimentare infatti che il desiderio di genuinità e di rinnovamento della sua generazione non era destinato a rimanere inappagato ma poteva prendere la forma di una comunità di fratelli che, riscoprendo la grazia del battesimo, imparavano ad amarsi in una dimensione profonda, nuova. 

Quindi il rinnovamento della Chiesa non era solo una pia illusione, un artificio teologico, ma poteva veramente realizzarsi. 

[CONTINUA]



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