Luciano Moia (Avvenire) - Don Simone Bruno, sacerdote, giornalista, psicologo-psicoterapeuta, direttore editoriale di San Paolo Edizioni e direttore di testata de “Il Giornalino”, è certamente una persona coraggiosa. Nel suo ultimo libro Siamo sempre una famiglia? (San Paolo, 79 pagg, euro 8) da oggi in libreria, non si limita a parlare genericamente dei tanti e complessi problemi che le famiglie sono chiamate oggi ad affrontare, ma si inoltra a considerare le diverse tipologie familiari – convivenze, famiglie allargate, ricostituite, omosessuali – con uno sguardo segnato da realismo e serenità. Nessun tono giudicante, ma neppure facili assoluzioni. Su ogni questione, con l’essenzialità che denota lo stile divulgativo del volumetto, la proposta di una riflessione non scontata, che scombina i piani e quindi costringe a pensare. L’approccio è dialogico, attento a mettere in fila i problemi senza emettere sentenze preventive.
Un discorso che vale, per esempio, per coppie di fatto e convivenze. Una certa vulgata diffusa purtroppo anche negli ambienti cattolici, ha spesso bollato i conviventi come adulti incapaci di compiere scelte definitive e feconde. Due eterni adolescenti immaturi e colpevoli, soprattutto per il fatto di “privare l’eventuale prole di uno stabile contesto di affetti e di un’alleanza educativa solida ed efficace”. Ma oggi, si chiede don Bruno, è giusto pensare ancora così? Come parlare di disobbedienza alla tradizione di fronte a condizioni materiali che non favoriscono l’organizzazione di una vita matrimoniale stabile? Oppure di fronte alle domande di coloro che, con una scarsa propensione al rischio ma forse anche con obiettività, riconoscono la propria insicurezza affettiva? [CONTINUA]
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