Info

07 febbraio 2024

Nuova intervista del Papa: su FS «Ipocrita scandalizzarsi: se benedico imprenditore che sfrutta, nessuno si scandalizza»


Gian Guido Vecchi (Corriere della Sera) -  Lo ha spiegato, lo ha rispiegato, ha chiarito. Visto che però le polemiche proseguono come niente fosse, a cominciare dagli episcopati più conservatori, Francesco stavolta sceglie un tono sferzante: «I peccati più gravi sono quelli che si travestono con un’apparenza più angelica. Nessuno si scandalizza se do la benedizione a un imprenditore che magari sfrutta la gente: e questo è un peccato gravissimo. Mentre si scandalizza se la do a un omosessuale…. Questa è ipocrisia! Ci dobbiamo rispettare tutti, tutti! Il cuore del documento è l’accoglienza».

Le parole del Papa, in un’intervista al settimanale Credere, si riferiscono alla dichiarazione Fiducia Supplicans che ha permesso la benedizione di coppie omosessuali, anche se «resta ferma sulla dottrina tradizionale della Chiesa circa il matrimonio, non ammettendo nessun tipo di rito liturgico o benedizioni simili a un rito liturgico che possano creare confusione», precisava il testo dell’ex Sant’Uffizio approvato da Bergoglio a dicembre. Da quel momento è iniziato il fuoco di sbarramento dei tradizionalisti, tra accuse di «eresia» e rifiuti di applicare le nuove disposizioni. «Ma io non benedico un “matrimonio omosessuale”, benedico due persone che si vogliono bene e gli chiedo anche di pregare per me», dice Bergoglio. «Sempre nelle confessioni, quando arrivano queste situazioni, persone omosessuali, persone risposate, prego e benedico sempre. La benedizione non va negata a nessuno. Tutti, tutti, tutti. Attenzione, parlo di persone: chi è capace di ricevere il Battesimo».

Francesco sa che certe cose richiedono tempo, bisogna tener conto delle differenze culturali e in certi Paesi, dove l’omosessualità è un reato, potrebbe essere anche pericoloso. Perciò ha accettato, ad esempio, la lettera con la quale gli episcopati africani gli hanno fatto sapere che al momento non se ne parla, perché le benedizioni «non possono essere attuate in Africa senza esporsi a scandali» e d’altra parte «alcuni Paesi preferiscono avere più tempo per l’approfondimento

Non per questo però è tornato sui suoi passi. All’assemblea plenaria della Dottrina della fede ha spiegato che, «quando spontaneamente si avvicina una coppia a chiederle, non si benedice l’unione, ma semplicemente le persone che insieme ne hanno fatto richiesta». E ha aggiunto: «L’intento delle “benedizioni pastorali e spontanee” è quello di mostrare concretamente la vicinanza del Signore e della Chiesa a tutti coloro che, trovandosi in diverse situazioni, chiedono aiuto per portare avanti – talvolta per iniziare – un cammino di fede». Del resto le benedizioni «non esigono una perfezione morale per essere ricevute». Non si tratta di cambiare la dottrina, ma l’atteggiamento, e l’atteggiamento è essenziale. [CONTINUA]

Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento