Nello Scavo (Avvenire) - Rischiano la pena di morte con l’accusa di avere messo a repentaglio la sicurezza della Libia. Gli imputati sono sei, tutti libici. Da un anno attendono di sapere quando verranno impiccati, oppure fucilati. Intanto pregano per venire graziati. Ma anche questo è un reato. Perché l'articolo 207 del codice penale di Tripoli punisce qualsiasi tentativo di diffondere opinioni che mirano ad «alterare i principi costituzionali fondamentali, o le strutture fondamentali dell'ordine sociale», o addirittura rovesciare lo Stato.
Chiunque possieda libri, volantini, disegni, immagini, slogan «o qualsiasi altro oggetto» di stampo eversivo rischia fino alla pena di morte. Questo dice la legge. E questo è quello che si aspettano i sei uomini convertiti al cristianesimo e che per il solo fatto di non avere nascosto la conversione sono trattati alla stregua dei terroristi del Daesh locale. [CONTINUA]
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