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03 febbraio 2024

La “cancel culture” si insinua anche nella Chiesa cattolica.


 Sandro Magister (Diakonos) - Fresco di liturgie ecumeniche concelebrate a Roma, a fine gennaio, con l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby (nella foto), papa Francesco sta condividendo con lui anche la malasorte di una frattura gemella nelle rispettive Chiese, l’anglicana e la cattolica. In entrambi i casi con l’Africa alla testa dell’opposizione e sempre per lo stesso motivo: il rifiuto di benedire coppie dello stesso sesso.

L’Africa è l’unico dei cinque continenti in cui il cattolicesimo è in espansione. È parte imponente di quella “periferia” della Chiesa che Francesco tanto predilige. Ma è proprio da lì che è venuto il maggior rifiuto al via libera dato dal dicastero per la dottrina della fede alla benedizione delle coppie omosessuali, con la dichiarazione “Fiducia supplicans” del 18 dicembre e l’annesso comunicato stampa del 4 gennaio.

Praticamente tutte le conferenze episcopali dell’Africa nera si sono pronunciate contro, con in più un cardinale di prima grandezza come il guineano Robert Sarah, ma anche con il consenso di episcopati e cardinali e vescovi d’Europa e di altri continenti, dall’Ucraina all’Uruguay, dagli Stati Uniti all’Olanda. [CONTINUA]

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