Info

17 febbraio 2024

INTERVISTA. Il cardinale Simoni: ho celebrato in celle e fogne, Dio mi ha salvato dalla morte


Durante l'udienza del mercoledì, papa Francesco ha affermato a braccio: “mi permetto di salutare in modo speciale un martire vivente”, il cardinale Simoni. “Lui, da prete, vescovo, ha vissuto 28 anni in carcere, nel carcere comunista dell’Albania, la persecuzione forse più crudele, più crudele”. Oggi il porporato albanese “continua a dare testimonianza. E come lui, tanti, tanti, tanti”.

Salvatore Cernuzio (Vatican News) - Intervista al porporato albanese che oggi Francesco ha citato nell’udienza generale come “martire vivente”, ringraziandolo per la sua testimonianza e il servizio alla Chiesa: “L’omaggio del Santo Padre è un fiore per tutta la Chiesa”. A 95 anni gira il mondo per celebrare Messe, visitare Santuari e praticare esorcismi: “Mi chiamano anche 50 volte al giorno”. Ai credenti oggi perseguitati assicura: “La sofferenza diventerà gioia. Siamo viaggiatori, di passaggio”.

Mentre parla con i media vaticani in una stanza di Casa Santa Marta dove è ospite, il telefono del cardinale Ernest Simoni – il porporato albanese sopravvissuto alle persecuzioni del regime comunista e oggi citato dal Papa all’udienza generale come “martire vivente” – squilla almeno una decina di volte. “Ho due cellulari”, racconta, “uno per l’Europa, uno per l’America. Mi chiamano da tutto il mondo… Quasi 120 telefonate al giorno”. Una cinquantina sono richieste di esorcismi o preghiere di liberazione. Le pronuncia in latino, lo stesso che usava per celebrare la Messa clandestinamente dalla cella in cui era stato rinchiuso perché “nemico” di quello che l’allora presidente Enver Hoxha aveva dichiarato il “primo Stato ateo del mondo”. [CONTINUA]

Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento